“La lezione di Draghi è stata compresa prima dai sindacati che dai governanti” ha detto Furlan: “Draghi ha rafforzato la politica espansiva della Bce perché ha intravisto i segnali di rallentamento della Cina e dei paesi emergenti. Siccome la politica monetaria non può fare tutto, tocca alla politica creare le condizioni necessarie al rafforzamento dell’economia reale. Per questo bisogna avviare la rottamazione del Fiscal Compact e puntare su un Investment Compact: da solo il piano Juncker è troppo debole”.
Sulla riforma della contrattazione, Furlan ha sottolineato che “non è solo una questione di vitale importanza per le associazioni di rappresentanza, ma oggi più che mai si presenta come uno degli ingredienti necessari alla ripresa. Contrattare significa assumersi le proprie responsabilità per alzare la produttivita’ sia nel settore privato sia per cambiare anche la pubblica amministrazione. Gia’ dalla prossima settimana inizieremo a lavorarci ovviamente con Cgil e Uil perche’ vogliamo offrire al paese un nuovo modello che renda ancora piu’ competitive le nostre imprese e piu’ pesanti le busta paga dei lavoratori. Credo che sulla contrattazione sia davvero necessario che le tre piu’ grandi organizzazioni sindacali trovino una sintesi da confrontare ovvianente con Confindustria e con le altre associazioni datoriali”. Furlan ha poi criticato il taglio previsto dalla legge di stabilita’ ai finanziamenti per i Caf e Patronati che “colpiranno solo i piu’ deboli della societa, cioe’ lavoratori e pensionati che sono i primi contribuenti italiani. Speriamo in un ripensamento dal Governo e dal Parlamento che invece dovrebbe pensare a definire i criteri di qualita’ dei patronati e dei servizi ai cittadini”.


