“Il fatto che oggi, in un proficuo dialogo con il Governo, rivendichiamo e siamo disposti a coniugare insieme alle altre forze sociali come impostare e gestire questa opportunità importante di cambiamento, la dice lunga su come la Cisl si posiziona – ha aggiunto Furlan -. Il nostro paese, sui temi come quello del lavoro, tende a dividersi in tifoserie e ad occupare meno tempo su quali siano le proposte. In questi ultimi anni abbiamo cercato di dare tutti insieme una svolta importante, il cambiamento in parte si e’ già realizzato, dobbiamo continuare ad accompagnarlo”.
“La Cisl ha lanciato l’idea di fare una vera piattaforma, con Cgil e Uil, per rilanciare un tema assolutamente importante: la rivisitazione dell’Irpef. Ormai il peso è tale che la cosa sta diventando davvero insopportabile – ha aggiunto Furlan -. C’e’ una iniquita’ nel sistema attuale assolutamente ingiustificata e bisogna porre rimedio”. Per la segretaria della Cisl bisogna “stare vicino alle persone e capire i loro bisogni, quando il governo ha realizzato la proposta degli 80 euro, è stato criticato da molti. Non cambiera’ niente, era stato detto, invece per tanti ha cambiato. Per questo continuiamo a credere sia opportuno superare la logica dei bonus e a mettere le mani sull’Irpef”.
“Ringrazio la Cisl. Ha sempre collaborato perché pensava giusto farlo, senza chiedere niente in cambio”, interviene Poletti. “Noi abbiamo una grande transizione da gestire -prosegue- che deve fare i conti con la preoccupazione, l’insicurezza, che sono figli da una parte della lunga crisi e dall’altra dei cambiamenti, l’incertezza e’ un veleno micidiale”. Abbiamo un tema di accompagnamento che riguarda sia chi lo perde il lavoro, sia chi lo cerca e chi lo ha”.
E quanto al tema delle politiche attive, caro alla Cisl, “e’ essenziale, -ha aggiunto- siamo lenti nel fare questo passaggio perché in Italia non le abbiamo mai fatte, e poi queste politiche hanno bisogno di servizi, di infrastrutture, le politiche attive rappresentano un grande cambiamento che ha bisogno di un grande sforzo e di una grande collaborazione”.
“Un obiettivo di abbassamento del peso fiscale e’ necessario, abbiamo un cuneo fiscale contributivo alto e su questo bisogna lavorare, sapendo pero’ che ci sono dei tempi, c’e’ una dinamica che deve fare i conti con il bilancio del paese. Su questo versante stiamo aprendo un discorso sui giovani – ha aggiunto Poletti -. Dobbiamo dare la possibilita’ di produrre nel contesto migliore, e’ chiaro che il quadro fiscale ha un suo peso, e dobbiamo lavorare sulla riduzione degli oneri che pesano su lavoratori e impresa”.
Anche Calenda sottolinea come la Cisl sia stata “all’avanguardia su Industria 4.0 iniziando prima del governo a parlare di queste cose, quando un piano ancora non c’era, e lo ha disegnato insieme a noi”. “Non abbiamo bisogno solo di una politica industriale per il paese, abbiamo bisogno di un piano industriale per il paese che e’ una cosa diversa, un piano dove si misurano le risorse, gli obiettivi e i risultati”.
“Decidere di non investire in settori tradizionali, anche quelli che si credevano morti, e penso al tessile, ha portato ad errori tragici: non ci sono settori da aiutrare e settori da non aiutare, tutti i settori sono da aiutare, noi dobbiamo fare bene nei settori tradizionali, fare in modo nuovo”. “Il mondo comprera’ tessile, macchinari, arredamento, sempre piu’ di qualita’, cose che noi sappiamo fare molto bene – ha aggiunto Calenda -. Penso che questa politica industriale funzionera’. Infine ricorda come la Cisl abbia “abbandonato da tempo il modello della contrapposizione”.
E torna anche lui a parlare di fisco. “Bisogna defiscalizzare gli investimenti, -dice- il lavoro e il costo del lavoro, questo puo’ determinare un aumento di produttivita’, poi e’ chiaro che anche l’Irpef ha un peso, ma le risorse sono quelle che sono, e se dovessi scegliere, proseguirei sulla strada della defiscalizzazione degli investimenti, continuerei a lavorare sull’ alleggerimento del cuneo fiscale”.
E Furlan ricambia, sottolineando che Poletti e Calenda “hanno tenuto aperto un dialogo importante con il sindacato”. “Noi ci siamo –ha concluso Furlan rivolgendosi ai ministri Poletti e Calenda- e vogliamo gestire attivamente il cambiamento, ma non dobbiamo perdere tempo. I tempi sono importanti nella gestione degli accordi, le variabili temporali non sono indifferenti”