Un video che la leader della Cisl definisce “non una rappresentazione edulcorata della realtà ma la narrazione della ‘quotidianità difficile’ di tantissime persone, in carne e ossa, lontana anni luce dagli equilibrismi dialettici della politica che non governa, non programma, non scommette sul futuro, e si diletta nel gioco degli zero virgola. Una proiezione che vuole lasciare la parola alla realtà, – sottolinea – alla marginalità sociale, soprattutto del lavoro, presente nel Paese: lavoro spesso sottopagato, non contrattualizzato, in modo particolare per i giovani”. Una consapevolezza che la Cisl vuole condividere con tutti, “per poi fare meglio ciò che crediamo giusto per i tanti che sono in difficoltà, che non ce la fanno”.
“Immagini – spiega ancora Furlan – che raccontano di povertà, di abbandono e degrado, di emarginazione, di devianza e razzismo, di diritti negati, di sfruttamento e perdita della speranza” che “restituiscono uno spaccato lacerante delle tante ‘periferie esistenziali’, di una parte non secondaria del nostro paese. Le periferie abbandonate dallo Stato, dalla legalità e dalla speranza nelle quali si sopravvive arrangiandosi; le periferie dell’esistenza di chi ha un lavoro deprezzato, sfruttato, sottopagato e di chi il lavoro non ce l’ha ed è costretto a rivolgersi all’economia illegale; le periferie dei viaggi della speranza per curarsi o per cercare futuro e lavoro altrove. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tutto questo. Siamo noi, sono persone, è carne della nostra carne, è il nostro presente e il nostro futuro. Lotteremo concretamente per cambiare questa situazione e dare una prospettiva nuova al nostro paese tutto intero, per una nuova stagione d’inclusione, di diritti di cittadinanza, di solidarietà e di lavoro. Quella qualità del vivere che spetterebbe a ogni cittadino. E coinvolge tutti: uomini e donne, anziani e giovani, immigrati e cittadini italiani. – spiega Furlan – In queste periferie non c’è un ‘prima noi’ perché non c’è nulla da dividere, nulla a cui aspirare, nemmeno la speranza. Non possiamo chiudere gli occhi di fronte a tutto questo”.
Molti gli argomenti toccati nella relazione della Segretaria generale: l’immigrazione, l’Europa , la salvaguardia ambientale e le barriere che contrastano la sostenibilità, il Def, il PIl, il lavoro povero, “quel lavoro deprezzato che ha perduto il suo ruolo storico di emancipazione, di cittadinanza, d’inclusione e di garanzia contro la povertà. L’ampiezza del fenomeno del lavoro povero “legata non tanto al livello delle retribuzioni orarie quanto al basso numero di ore lavorate nel mese e nell’anno, che interessa un numero crescente e rilevante di lavoratori. E i dati Istat sull’occupazione appena usciti che non tranquillizzano il sindacato, sottolinea Furlan ricordando che “la base occupazionale è ritornata ai livelli del 2008, ma nulla si dice sul numero di ore lavorate che nel 2018 erano già diminuite di circa 1 milione e 800mila”. E poi la transizione energetica: “Il Governo italiano ha introdotto nel Documento di economia e finanza (DEF) 2019 12 indicatori ispirati sia all’Agenda per lo sviluppo sostenibile 2030, sia al Benessere Equo e Sostenibile (BES), avviando così un monitoraggio che dovrà valutare l’impatto delle politiche governative sulla sostenibilità sociale ed ambientale”.
E poi ancora, la “nuova, grande stagione di risindacalizzazione”. “La Cisl -sottolinea- nasce come soggetto politico autonomo e, oggi più che mai, continua ad essere fedele alle sue origini. I nostri valori etici, come la centralità della persona, la giustizia sociale, la solidarietà, per entrare nei processi storici hanno bisogno di un Progetto strategico e il Progetto strategico, per contribuire a cambiare il nostro mondo, ha bisogno di grande rigore ed efficacia organizzativa. Conservare i valori etici ed essere, a un tempo, decisamente creativi nell’innovazione strategica al servizio di quei valori è dunque la sfida che oggi ci compete e che vogliamo raccogliere. (…) La nostra strategia ha un nome e un obiettivo: sostenibilità, vale a dire un modello di sviluppo socialmente e ambientalmente sostenibile e inclusione, che significa l’allargamento del diritto di cittadinanza. È la nostra risposta coerente alle contraddizioni del modello imperante, che ha rovesciato mezzi e fini. È la nostra risposta coerente alle contraddizioni del modello imperante, che ha rovesciato mezzi e fini”. Il senso della nostra risindacalizzazione? Il lavoro che attraverso le sue Rappresentanze e un solido Patto Sociale “si fa esso stesso governo,” per creare coesione sociale e cittadinanza partendo dalla responsabilità verso gli ultimi” (…)”Restituire quindi alle tante periferie esistenziali di immaginare un futuro e alle persone in difficoltà di coltivare il diritto alla speranza e alla cittadinanza, dovunque esse siano e di qualunque colore abbiano la pelle”.
“A questo senso appartiene la nostra Conferenza organizzativa – spiega Furlan – ed è un senso etico perché esprime i nostri valori, è un senso politico perché chiama in causa la nostra strategia, è un senso organizzativo perché modella la nostra azione. Non dobbiamo cercare di scoprire che cosa siamo chiamati a fare: lo sappiamo. Vogliamo solo metterci a farlo con impegno e passione. Vogliamo farlo perché abbiamo scelto nella vita di servire i valori della persona, del lavoro, della giustizia, della democrazia e della solidarietà. E in questo tempo difficile ci sentiamo chiamati a questa importante responsabilità, ma sappiamo di poter contare su uomini e donne straordinari: i nostri dirigenti, gli operatori, i quadri, i militanti che ogni giorno testimoniano la nostra missione. Facciamolo e facciamolo assieme. Ne vale la pena” – conclude.