http://youtu.be/iHl35YiLhCo Prosegue ribadendo che “ciò che sta succedendo nell’ex Ilva è una follia. Si tratta di un’azienda primaria per il Paese ed è importantissima per l’economia della produzione dell’acciaio. C’è un accordo sottoscritto da Governo, azienda e sindacati – ha aggiunto – va rispettato. Non si può fare carta straccia degli accordi. Rischiamo di perdere una delle competenze per cui il Paese è ancora competitivo”.
http://youtu.be/UDKNtZnpnCc Già ieri a Sky TG24 Economia Furlan aveva sottolineato che il mancato rispetto degli accordi porterebbe alla perdita di “tante migliaia di posti di lavoro, quelli diretti ma anche di tutto l’indotto e sul tema della bonifica e del risanamento ambientale si perderebbe davvero l’occasione per poterlo realizzare. Rischiamo una seconda Bagnoli, dove nessuno ha risanato e in compenso abbiamo perso tanti posti di lavoro”.
E sempre nella giornata del 10 luglio l’ennesimo incidente nel sito industriale di Taranto dove “una persona e’ dispersa per il crollo della gru dove mori’ nel novembre del 2016 un altro operaio” . “Ancora una giornata funestata da tanti gravissimi incidenti su lavoro –prosegue Furlan- A Brindisi un operaio di 57 anni e’ morto sul lavoro folgorato. Un altro operaio morto e tre colleghi feriti in un cantiere di un’impresa esterna sulla A12, Roma-Civitavecchia. E’ un bollettino di guerra inaccettabile che indigna il sindacato e tutti i lavoratori italiani. La sicurezza sul lavoro e’ sempre di piu’ una questione nazionale che non trova le giuste risposte dalle istituzione e dalle imprese”.
Sempre ai microfoni di UnoMattina entra poi nello specifico tema della tre giorni cislina che oggi vedrà la sua giornata conclusiva. “La Cisl vuole attenzionare una presenza attiva sul territorio, a partire dalle periferie abbandonate, tutto ciò che è ai margini: dal lavoro povero, sottopagato e non tutelato. Cosa che riguarda tutto il Paese”. Lo ha ribadito la leader della Cisl Annamaria Furlan a margine della Conferenza Organizzativa della Cisl, che vede oggi a la sua giornata concluisiva. “La nostra volontà – ha detto – è aprire sedi della Cisl nelle periferie urbane dove non c’è lo Stato, dove non ci sono i servizi. Il sindacato deve essere più presente e incisivo dove il bisogno è più alto. Abbiamo parlato di unità sindacale – ha aggiunto riferendosi alle tre giorni della conferenza organizzativa che si chiude oggi – fatto scioperi e manifestazioni unitarie. Un buon modo per sperimentarla è partire da dove il bisogno è più alto; dove i giovani il lavoro non lo trovano o sono costretti a lavorare in nero; e dove i diritti non si esercitano perchè lo Stato non è presente. I sindacati devono ricominciare da lì”.
Torna poi a parlare di una riforma del fisco che dia “risposte a chi paga le tasse”: “l’85% dell’erario è sulle spalle di lavoratori dipendenti e pensionati””. Pertanto, flat tax o “che chiamino come vogliono la riforma, il risultato deve essere buste paga e pensioni più pesanti””.