La recente operazione di cessione del ramo Difesa di Iveco a Leonardo a nostro avviso, è da leggere come una manovra preliminare alla possibile cessione dell’intero Iveco Group al gruppo indiano Tata. Un’ipotesi che desta profonda preoccupazione in merito alla tenuta occupazionale degli stabilimenti italiani, alla continuità industriale e alla salvaguardia del patrimonio produttivo strategico del nostro Paese.
Iveco è una realtà multinazionale con oltre 35.000 dipendenti, di cui 14.650 operano in Italia, presidiano le attività produttive, di ricerca e sviluppo e rappresentano una parte fondamentale del tessuto industriale nazionale. Il controllo da parte di Exor della famiglia Agnelli, oggi azionista di riferimento con sede legale nei Paesi Bassi, è garanzia di un ancoraggio italiano che rischia ora di venire meno.
La cessione del comparto Difesa a Leonardo potrebbe, se ben gestita, rappresentare un’opportunità di crescita per gli stabilimenti coinvolti, che impiegano circa 1.650 lavoratori. Tuttavia, senza adeguate garanzie, questa operazione può comportare anche effetti negativi: dalla possibile assegnazione delle attività non strettamente militari a Rheinmetall, alle ricadute sulla componentistica attualmente prodotta da altri siti italiani del Gruppo Iveco.
Rispetto alla ventilata cessione dell’intero Iveco Group a Tata, la nostra posizione è netta: chiediamo al Governo italiano di intervenire per mantenere una presenza di Exor. È infatti noto, che pur detenendo solo il 27% delle azioni, in base alla normativa societaria olandese, tale quota consente un controllo effettivo superiore al 50% e dunque, un’eventuale vendita sarebbe una scelta deliberata, non obbligata. Abbiamo chiesto con forza che l’Esecutivo intervenga sull’attuale proprietà per esercitare un’azione di responsabilità politica e industriale, anche attraverso gli strumenti normativi a disposizione, al fine di tutelare un asset strategico per l’Italia. Per queste ragioni abbiamo ribadito la necessità di un confronto immediato e costante con il Ministro Urso, affinché venga avviato un tavolo strutturato in grado di garantire trasparenza, tutela occupazionale e prospettive industriali per il futuro del gruppo Iveco in Italia.