La Nascita della CISL

L'inizio: gli anni '50

La Politica Contrattuale: gli anni '60
In questi anni le tre organizzazioni sindacali hanno tutte una propria rappresentanza parlamentare. L’incompatibilità tra cariche politiche e sindacali viene sancita in anni relativamente più recenti. In tale contesto, se da un lato si registrano momenti di lotta unitaria tra i sindacati, segnati dallo slogan “Marciare divisi, colpire uniti”, dall’altro si hanno forti divisioni in occasione soprattutto di manifestazioni indette dalla Cgil su questioni di carattere internazionale o politico. È questo il periodo degli accordi separati, come nel caso della grande vertenza in merito al conglobamento dell’indennità di carovita nella paga base, che si conclude con un accordo interconfederale firmato da Cisl e Uil, mentre la Cgil, che si era ritirata dalle trattative, accetta l’accordo solo in seguito. Solo agli inizi degli anni Sessanta, tra le confederazioni sindacali, cominciano a verificarsi momenti di unità d’azione, in qualche categoria e in alcune località.La Federazione Unitaria: gli anni '70
Dal 1969 ha inizio una nuova fase di rilancio dell’unità sindacale. Per tre volte i consigli generali di Cisl, Cgil e Uil si riuniscono per fissare le date dei congressi di scioglimento delle organizzazioni (che alcune strutture realizzano) in vista del Congresso unitario. In particolare, sulla spinta delle lotte sindacali dei primi anni ’70, a Firenze i Consigli generali di Cgil, Cisl e Uil avviano un processo di unità organica.
La Caduta della Federazione: gli anni '80
A partire dal 1980, l’economia italiana è vicina al collasso e il sindacato italiano si spacca sulla scelta della strada da perseguire. In questa situazione delicata la Cisl ha come obiettivi prioritari la lotta all’inflazione e la ripresa dello sviluppo del Paese. In questi anni si ha lo scontro tra Cgil e Cisl sulla rimodulazione della scala mobile. Le tesi di Ezio Tarantelli costituirono la base dell’accordo separato del febbraio 1984 con il Governo Craxi.
La Concertazione: gli anni '90
Particolarmente critica si presenta la situazione istituzionale agli inizi degli anni Novanta in Italia (in particolare nel 1992), alimentata sia dalle vicende politiche internazionali, come la fine dell’esperienza del comunismo reale, sia dall’intreccio di scandali politici scoperti dalla magistratura (Tangentopoli), che mina ulteriormente il sistema dei partiti. La Cisl riesce a guidare il cambiamento proponendo una politica di concertazione che attraverso i grandi accordi del 1992-1993 riesce a salvare il paese dalla bancarotta.
La Continuità dei Valori: la CISL del Nuovo Millennio
Anche nel nuovo millennio, la Cisl prosegue la via dell’autonomia sindacale e del dialogo in un panorama particolare, segnato da alcuni eventi che portano l’Italia a un clima di instabilità politica, economica e sociale. Anche in una stazione segnata dal mito dell’uomo solo al comando e della disintermediazione, la Cisl afferma la necessità di una necessaria condivisione delle scelte tra istituzioni e parti sociali, rivendicando il ruolo di sindacato libero, contrattualista, autonomo dalla politica, pluralista. Una linea sindacale che la Cisl ha portato avanti con tutti gli interlocutori istituzionali e le controparti datoriali, nel solco dell’insegnamento dei “Padri Fondatori”.
Ma anche in questa stagione si riaffermano i valori e le idee della Cisl. Per la Cisl vale sempre la convinzione che il sindacato è un grande soggetto sociale la cui azione è indispensabile per elaborare la sintesi tra gli interessi particolari e il bene comune. Vale a dire il nucleo costitutivo di quella democrazia partecipativa che segna, sin dalla nascita, l’identità della Confederazione di Pastore. Forte della convinzione che non ci sia altro modo concreto di agire per la tutela di chi ha un lavoro, di chi aspira ad averlo e di chi con il suo lavoro si è guadagnata la pensione.


