1. CISL
  2. /
  3. Comunicati stampa
  4. /
  5. Energia. Romani: “Fondo per...

Energia. Romani: “Fondo per il caro-bollette risposta efficace, chiediamo al Governo di mantenerlo e rafforzarlo, ma non sarà sufficiente se il fenomeno assumerà una dimensione strutturale”

Pubblicato il 20 Gen, 2022

“C’è un problema a livello internazionale che investe i prezzi dell’energia e, conseguentemente, anche delle materie prime che ha bisogno di essere urgentemente affrontato su più versanti”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Giulio Romani. “Innanzitutto per le conseguenze che ha sulle aziende manifatturiere, a partire da quelle più energivore, che rischiano di essere in grave difficoltà. Poi per le conseguenze sui prezzi al consumo per le famiglie, a partire dalle bollette energetiche, i cui redditi rischiano di perdere rapidamente valore reale.Il fondo per il caro-bollette è una risposta efficace in termini emergenziali e chiediamo al Governo di mantenerlo e rafforzarlo, ma non sarà sufficiente se il fenomeno assumerà, come è probabile, una dimensione strutturale.

Come in tutte le patologie, non basta attenuare i sintomi ma bisogna agire sulle cause. Una riflessione sulle scelte di politica energetica nazionale  e sul modello di tariffazione si dovrebbe accompagnare ad un forte impulso internazionale per la regolazione dei mercati finanziari, annosa questione la cui mancata soluzione fa sì che periodicamente gli effetti della speculazione, che oggi incidono pesantemente sul costo delle materie prime e dell’energia, toccato non solo da fattori di natura industriale e geopolitica, determinino alterazioni dei mercati e diventino fattori di crisi per l’economia reale. In Italia dovremmo raddoppiare la produzione di gas nazionale e diversificare le fonti di approvvigionamento. Se accettiamo di  usare il gas naturale, anche solo, come auspichiamo, nella fase di transizione, ci sembra logico prima di tutto utilizzare  fino in fondo i nostri giacimenti o quelli dove vi sono partecipazioni di imprese italiane, piuttosto che importarlo da paesi che hanno controindicazioni di vario genere, compresi, appunto, quelle di natura geopolitica.

Il rischio che alla crisi derivante dalla pandemia ed alle difficoltà ataviche del nostro sistema produttivo si possa aggiungere una nuova crisi da energia e materie prime, proprio ora che si cominciavano a vedere i primi riflessi di una ripresa, deve essere assolutamente evitato, perché sarebbero drammatiche le conseguenze sul lavoro e sui salari dei lavoratori che, già in sofferenza, rischiano di essere ulteriormente erosi dall’inflazione e dal fiscal drag”.

Condividi