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Infrastrutture. Sbarra: “Il Governo continua a navigare a vista, serve svolta su grandi e medie opere a cominciare dalla Tav”

Pubblicato il 5 Apr, 2019

5 aprile 2019 – “E’ netta la sensazione che il Governo navighi a vista, che si cerchi ogni giorno un espediente per nascondere enormi vuoti decisionali. Per capirlo basta guardare quello che sta succedendo sulle medie e grandi opere, e in particolare sull’alta velocità: un progetto tenuto fermo da argomenti tanto assurdi da aver generato una spaccatura evidente nella stessa maggioranza. La Cisl condivide e sostiene le ragioni poste a base della nuova manifestazione di sabato a Torino per la realizzazione della Tav. Una marcia lontana dai partiti e dalle ideologie a favore dello sviluppo , del lavoro e del bene comune”. Lo ha detto Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto del sindacato di via Po, intervenuto oggi a margine del consiglio generale della Ust Cisl Torino.

“Frenare le infrastrutture – ha aggiunto – significa bloccare circa 400 mila nuovi posti di lavoro e negare al Paese una prospettiva di occupazione, di competitività, di crescita. Vuol dire rassegnarsi al galleggiamento perenne, alimentare quel clima di sfiducia che sta già deprimendo investimenti privati, produzione industriale e consumi”. La ripartenza, ha sottolineato ancora Sbarra, “si aggancia con gli investimenti: pensare che sia praticabile un’altra via è illudersi di poter costruire sulla sabbia”. Per questo, “va recuperata una visione strategica su sviluppo e ambiente, tecnologia e occupazione. Nella consapevolezza che questi obiettivi non sono solo compatibili ma si reggono a vicenda, sostenuti dall’innovazione”. Il lavoro, per il numero due della Cisl, “dovrebbe essere l’ossessione di questo Governo, che invece è distratto da un clima di campagna elettorale permanente”. Servirebbero ” riforme dedicate alla tutela e alla riqualificazione del lavoro povero, un tavolo strutturato sugli ammortizzatori sociali e le politiche attive, il rilancio di salari e produttività mediante l’estensione dei contratti leader a tutti i lavoratori”. Insomma, “c’è un’agenda sviluppo da rimettere in piedi collegando le intelligenze collettive e allargando il campo della responsabilità al contributo del sindacato e delle forze sociali”.

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