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Lavoro. Furlan: “Le cose stanno andando male. Domani vogliamo dare una scossa al Governo”

Pubblicato il 8 Feb, 2019

8 febbraio 2019 – “ Le cose stanno andando male, nonostante l’ottimismo immotivato che abbiamo visto in questi giorni anche dal Presidente del Consiglio. Ma non è così. Bisogna svegliarsi, tornare con i piedi a terra. Per questo con la manifestazione di domani a Roma vogliamo dare una scossa al governo”. E’ quanto sottolinea oggi in una intervista al quotidiano cattolico AvvenireAnnamaria Furlan, segretaria generale della Cisl.

“Dobbiamo dire con forza che i tanti sacrifici fatti dagli italiani in questi anni di grave crisi non possono essere buttati via. Già prima del varo della manovra erano chiari i segnali di rallentamento della crescita, anche in ambito internazionale. E soprattutto il nostro Paese che è uscito più tardi degli altri dalla crisi, aveva bisogno di una manovra che suonasse la tastiera della crescita – aggiunge la leader Cisl. Al contrario ci siamo trovati davanti al taglio dei fondi per gli investimenti, al blocco delle grandi opere infrastrutturali, con un danno incredibile perchè si tratta di risorse già stanziate che possono dare sbocco a 400 mila posti di lavoro. E poi vengono tolte risorse a Industria 4.0, all’università e la ricerca, penalizzando l’innovazione del Paese. Dopo tanti anni i pensionati italiani dovevano riavere la piena perequazione dei loro assegni all’inflazione e invece si è deciso ancora di fare cassa sulle pensioni. Come è sbagliatissimo non aver previsto fondi per il rinnovo dei contratti pubblici e, dopo avere sbandierato per mesi nuove assunzioni nella P.a, averle bloccate fino a novembre. I risultati di queste scelte si sono visti. Siamo drammaticamente in recessione tecnica. E ci sono 52 milardi di clausole di salvaguardia che incombono in maniera preccupante sui prossimi due anni, un’ipoteca enorme sul futuro del Paese. Se poi la crescita si attesterà allo 0,2% indicata ora dalla Ue, dovremo sommare ai 52 miliardi dell’Iva, altri 10 miliardi o più per la mancata crescita. C’è da essere davvero preoccupati. Per questo domani proviamo a dare una scossa portando in piazza il popolo del lavoro” sottolinea la leader Cisl.
Sempre sulla manovra, la Furlan attacca la flat tax e parla anche della questione salariale. “E’una questione che manca totalmente nella manovra, quella del cuneo fiscale. Noi abbiamo bisogno di un fisco amico del lavoro che permetta di aumentare i salari e le pensioni, mentre oggi il peso delle tasse è assolutamente esorbitante. Non aver dato nessun segnale di allentamento di questa morsa sulle buste paga è assolutamente negativo. L’aliquota del 15% fino a 65 mila euro per gli autonomi mentre un dipendente o un pensionato paga il doppio o il triplo è una grande sperequazione. Io non sono contraria a una tassazione agevolate per le partite Iva, soprattutto quelle dei giovani, e le start up. Ma vorrei lo stesso anche per il lavoratori dipendenti ed i pensionati. Perché altrimenti non solo si crea un’ingiustizia sociale, ma in molti casi è un invito alle imprese a passare dal lavoro dipendente alla partita Iva”.

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