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Lavoro. Sbarra: “Giudizio sull’accordo positivo. Ora serve un confronto su attuazione Pnrr e apertura di una vera stagione di riforme”

Pubblicato il 1 Lug, 2021


“Il giudizio sull’accordo è assolutamente positivo, raccogliamo i primi frutti della mobilitazione di queste settimane nei luoghi di lavoro, nelle categorie”. Così il Segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra ai microfoni di SkyTG24 sull’incontro dei giorni scorsi a Palazzo Chigi sulla proroga del blocco dei licenziamenti. “Con le grandi iniziative che abbiamo fatto sabato abbiamo impegnato il governo a modificare alcuni contenuti del Decreto sostegni bis che prevedeva l’uscita generalizzata dal blocco dei licenziamenti il 30 giugno” ha detto spiegando che il blocco andrà avanti per alcune filiere, per alcune categorie e comparti. “Abbiamo conquistato tredici settimane di cassa integrazione gratuita per tutte le imprese che hanno aperto crisi aziendali al Ministero dello Sviluppo Economico e anche nel territorio. Abbiamo determinato questa azione di responsabilità, col sostegno del governo, tra le parti sociali per utilizzare tutti gli strumenti degli ammortizzatori sociali, cassa integrazione, contratti di solidarietà difensivi ed espansivi, accordi di riduzione dell’orario di lavoro, nel tentativo di scongiurare i licenziamenti o annunciare esuberi”.
Ma il leader della Cisl tiene a ricordare anche un altro aspetto presente nel decreto: “si finanzia un fondo speciale con 50milioni per sostenere i naspizzati, i cassintegrati, con misure e piani sociali per la formazione e la crescita delle competenze. E’ un segnale importante che va collegato a tutto il lavoro aperto al Ministero del Lavoro con il Ministro Orlando e la sottosegretaria Nisini per una riforma degli ammortizzatori sociali, che vogliamo far diventare universale , solidaristica, inclusiva, mutualistica di tipo assicurativo e per dare una spallata di avvio alle politiche attive per il lavoro e poi finanziare un grande piano nazionale sula formazione e sulla crescita delle competenze”.
Ha poi aggiunto: “Avremmo voluto da parte del governo un impegno più forte per un dialogo ed un confronto sulle questioni che riguardano l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e l’apertura di una vera stagione di riforme, da quella fiscale al tema della previdenza e delle pensioni, al tema delle semplificazioni, ma il Presidente Draghi non ha chiuso le porte” ha detto.
Quanto alle nuove politiche industriali Sbarra sottolinea che “serve una nuova visone di politica industriale, penso all’automotive, alla siderurgia, al tessili, all’informatica, alla farmaceutica, alla chimica. Abbiamo tante risorse oggi disponibili, dobbiamo governare bene questa fase di passaggio, dalla vecchia economia ala nuova economia digitale con investimenti forti sulla transizione, sulla sostenibilità ambientale, sulla transizione energetica, industriale. E poi serve un grande sostegno alla rete di piccole e medie imprese. Bene il rifinanziamento della legge Sabatini ma bisogna andare in profondità per delineare una strategia, una visione che ci aiuti a governare le emergenze produttive aperte sul territorio e poi a costruire una visione nel medio e lungo periodo”.

Ha quindi ricordato le tante vertenze che “giacciono al Ministero dello Sviluppo Economico da lungo tempo in una condizione di perenne istruttoria. 120 tavoli di crisi aziendali e altrettante centinaia di crisi in istruttoria presso le regioni e presso le prefetture. Chiediamo al Ministro dello Sviluppo Economico Giorgetti, al Governo, di misurarsi su piani di settori” .
Quali strumenti non possono mancare in questa riforma? Per Sbarra in tema di ammortizzatori sociali occorre “allargare il perimetro dell’inclusione. Basta con queste distinzioni di ammortizzatori sociali concessi sulla base delle diverse tipologie contrattuali, con questa netta separazione tra lavoro dipendente e lavoro autonomo. Dobbiamo creare un sistema universale di protezione e di sostegno al reddito, alle persone, tanto in costanza di lavoro, quando ci sono le sospensioni, tanto, ed ancor più importante, quando ci sono casi di risoluzione dei rapporti di lavoro. Le persone non possono essere lasciate sole senza reddito e senza protezioni sociali” ha concluso.

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