1. CISL
  2. /
  3. Comunicati stampa
  4. /
  5. Natuzzi. Incontro sindacati...

Natuzzi. Incontro sindacati – vertici azienda. Annunciati 1.000 esuberi al termine del contratto di solidarietà

Pubblicato il 20 Apr, 2018

20 Aprile 2018 – “Un impegno serio per il rilancio dell’azienda e di tutto il distretto del mobile imbottito” la richiesta rivolta al governo, alle due regioni interessate, Basilicata e Puglia, e a tutte le istituzioni coinvolte, dalle segreterie nazionali di FenealUil, Filca Cisl, Fillea Cgil, nel corso dell’incontro con i vertici della Natuzzi, svoltosi in Federlegno, insieme ai sindacati nazionali del commercio Filcams, Fisascat, Uiltucs. Incontro iiniziato purtroppo nel peggiore dei modi, con l’annuncio di Antonio Cavallera, direttore operativo delle risorse umane del gruppo di Santeramo in Colle, di 1.000 esuberi al termine del contratto di solidarietà, in scadenza a fine 2018. ”Abbiamo ricordato all’azienda che il rilancio non può passare per il licenziamento di metà della forza lavoro attualmente impiegata – spiegano le federazioni di categoria –  e che i lavoratori sono chiamati da anni a sacrifici immani: è ora di assicurare loro un futuro sereno e di pensare all’economia del territorio, messo in ginocchio da una crisi senza precedenti. Il confronto serrato e a tratti duro tra le parti ha portato ad un punto di incontro”  spiegano ancora. “Abbiamo incassato la disponibilità ad avviare un confronto serio e costruttivo per rilanciare la Natuzzi e restituire al Mezzogiorno un pezzo importante del suo già scarso patrimonio industriale. Per questo – annunciano i sindacati – verrà riconvocata la cabina di regia nazionale, con l’obiettivo di evitare quegli esuberi. Se l’azienda vorrà confrontarsi seriamente sul futuro del gruppo e sulle reali possibilità di rilancio, come sembra dall’incontro di oggi, ci troverà pronti”, concludono i sindacati. “Ci auguriamo che le parole di disponibilità del direttore oeprativo siano suffragate dai fatti, altrimenti nessuno di noi starà fermo a guardare l’ennesimo tsunami occupazionale.”

Condividi