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Rdc. Cuccello: “Con Adi e Sfi si entra in una nuova fase delle politiche di contrasto alla povertà”

Pubblicato il 30 Giu, 2023

“Con l’approvazione odierna del decreto lavoro finisce l’era del reddito cittadinanza e si entra in un nuovo modello di sussidio contro la povertà. La Cisl nelle settimane scorse è stata impegnata attraverso la presentazione di alcuni emendamenti per migliorare la consistenza del testo nel corso del suo iter parlamentare”. Lo dichiara in una nota il segretario confederale della Cisl Andrea Cuccello. “La principale misura finalizzata a sostenere il reddito delle persone e delle famiglie in condizioni di povertà- precisa Cuccello- sarà l’Assegno di inclusione (Adi), misura nel tempo rinnovabile, che verrà destinata tuttavia ai nuclei che hanno in carico persone fragili (minori, anziani, o soggetti in particare difficoltà psico-sociale). Avrà dunque una platea ristretta rispetto al Rdc (coprirà secondo le stime Upb, circa il 58% dei nuclei percettori della misura oggi in essere). Ad essa verrà affiancata un’altra misura, l’indennità di Supporto alla formazione e al lavoro (Sfl), con durata massima di 12 mesi e non rinnovabile, che sarà invece destinata alle persone in età tra i 18 e i 59 anni attivabili al lavoro. La struttura dell’AdI è simile a quella del RdC, con un limite Isee a 9.360 euro e un limite reddituale a 6.000, incrementato in base alla consistenza familiare, oltre che un vincolo di residenza pari a 5 anni inferiore a quello oggi vigente. Lo SfI avrà i medesimi vincoli economici e anagrifici salvo il limite Isee che sarà entro i 6.000 euro. Il timore è che un simile assetto lasci fuori diverse famiglie povere bisognose di un sostegno strutturale nel tempo. La rigida suddivisione teorica tra “occupabili” e “non occupabili” e l’inconsistenza dei primi anche nelle famiglie che riceveranno l’Adi non ci convince.
L’ augurio invece è che si possa colmare una delle criticità emerse con il RdC, ovvero la capacità di essere veramente inclusivi con i più poveri, quelli con pochi network, quelli che vivono una condizione di marginalità sociale, sia attraverso una più attenta inclusione sociale, sia spingendoli ad intraprendere quando possibile un’attività lavorativa.
Fondamentale sarà la capacità di saper stimolare la pro attivitá delle persone, utile a generare una capacità di sapersi rimettere in gioco per un mercato del lavoro che sta attraversando una fase molto positiva.
Proprio per questo è importante potenziare il sistema di politiche attive che per la Cisl vanno irrobustite: la Cisl propone un accordo tra parti sociali, Stato e Regioni per dare certezza a chi ha già sottoscritto i patti per il lavoro, affinché a settembre possano proseguire evitando pericolosi cortocircuiti. Sarà vitale anche il ruolo dei Comuni e dei loro Servizi per quanto riguarda la presa in carico delle famiglie che necessitano d’inclusione sociale e saremo impegnati anche su questo. Non va infine banalizzata la performance del Paese dal punto di vista dei suoi fondamentali macroeconomici, utili per generare quella dinamica positiva tesa ad asciugare i numeri delle persone in povertà, rafforzando le misure di sostegno e di inserimento lavorativo dei disoccupati di lunga durata e valorizzando la possibilità di integrare i sostegni al reddito con il salario derivante da prestazioni lavorative introdotta con la riforma”. “La Cisl resta impegnata a richiedere ulteriori miglioramenti e potenziamenti alle misure che prendono vita oggi a tutela delle persone più deboli della società in un work in progress utile attraverso un proficuo rapporto col governo a poter intervenire laddove si creassero eventuali incagli sul funzionamento della misura”, conclude Cuccello.

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