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Riordino enti Ricerca. Fir Cisl: “Quale futuro per gli enti?”

Pubblicato il 19 Set, 2016

Roma, 19 settembre 2016.  Positiva per la Fir, Federazione innovazione e ricerca della Cisl,  la scelta di una specifica normativa per gli Enti di Ricerca, ma è altrettanto necessario valorizzare i contenuti affinché la delega non si trasformi in una mancata occasione. Con l’approvazione da parte del Governo dello schema di decreto legislativo per la semplificazione delle attività degli Enti Pubblici di Ricerca (EPR) infatti è stato avviato il percorso per declinare l’art. 13 della L. 124/2015 c.d. Legge Madia.  “Opportuna la scelta di semplificare alcune procedure amministrative, -si legge in un comunicato- tuttavia la stessa legge delega non consente di affrontare alcune criticità che riguardano il Sistema Ricerca del Paese. La Ricerca Pubblica sconta la mancanza di un unico punto di coordinamento delle politiche, i costanti tagli ai bilanci degli Enti, il sostanziale blocco delle assunzioni che ha prodotto allarmanti livelli di precarizzazione. Le timide proposte avanzate nello schema di decreto sul reclutamento non sono in grado di risolvere il problema del precariato, anzi rischiano di complicarlo a causa della esiguità dei finanziamenti. Fondamentale quindi che, attraverso il confronto con le Commissioni Parlamentari, vengano esplicitate al meglio nel decreto attuativo le indicazioni previste dalla legge delega  a partire dalla reale autonomia degli Enti, dal recepimento della Carta Europea dei Ricercatori e dai meccanismi di reclutamento. Inoltre -conclude la Fir- è indifferibile che il Governo con la prossima legge di Stabilità definisca per gli EPR un quadro normativo specifico, adeguati finanziamenti ed esenzioni fiscali su attrezzature e spese di personale, nonché l’avvio di un piano di assunzioni straordinario, al fine di valorizzare la Ricerca italiana, elemento essenziale per la crescita del Paese.

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