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Salario minimo. Furlan: “La contrattazione è la strada giusta per combattere il lavoro povero, sfruttato e sottopagato”

Pubblicato il 4 Dic, 2019
Roma, 4 dicembre 2019 –   “Il salario minimo per legge non e’ per noi la strada giusta per risolvere il tema del lavoro povero, sfruttato e sottopagato che in questi anni si e’ sviluppato nel nostro paese”.  Lo ha detto la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan nelle sue conclusioni al Seminario della Cisl sullo sviluppo della contrattazione aziendale.
“Il salario minimo per legge non offrirebbe le giuste garanzie ai lavoratori. La contrattazione è lo strumento più adeguato per combattere anche il lavoro povero. C’e’ voluta una sentenza di un magistrato di Torino per segnalare che la soluzione per i riders era applicare subito il contratto nazionale collettivo del settore delle logistica. Quando la politica pensa invece di sostituirsi alla libera contrattazione tra le parti sociali spesso le cose peggiorano. Da una parte assistiamo ad una continua legislazione sui temi del lavoro, dall’altra il tema del lavoro e dell’ impresa spesso diventano un elemento di scontro e di speculazione a fini elettorali. Il risultato è che abbiamo 160 vertenze che giacciono sul tavolo del ministero dello sviluppo senza che sia stata trovata una soluzione. Ma quando le questioni del lavoro diventano un braccio di ferro tra i partiti, diventa davvero complicato trovare un equlibrio, le giuste soluzioni per far crescere il paese”. 
Furlan nel suo intervento ha lanciato un appello alle forze politiche. “Questo è un paese che non ha bisogno di fibrillazioni continue ma di patti seri e di alleanze forti per far crescere le nostre aziende e l’occupazione. Bisogna creare attraverso la contrattazione nazionale, aziendale e territoriale condizioni favorevoli per i lavoratori, le imprese ed i giovani. Ma occorre serietà e senso di responsabilità. Nel tagliando che il Governo pensa di fare a gennaio andrebbero inserite alcune delle questioni che il sindacato chiede da mesi: cambiare lo sblocca cantieri per fermare la proliferazione dei sub appalti,  sbloccare gli 8o miliardi per far ripartire  i cantieri delle medie e grandi opere, in modo da dare spazio  a più di 400 mila posti di lavoro. in un settore dell’ediliza che ha perso un milione di posti di lavoro in questi anni. Modificare i decreti sicurezza come aveva indicato anche il nostro Presidente della Repubblica. Questi sono alcuni degli aspetti che, al di là della manovra economica e dei tavoli di confronto, ci aspettiamo che il governo affronti subito. Basterebbe un decreto. Sono le cose che fanno la differenza e che segnano una discontinuità palpabile con il passato”.

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