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Sanità. Punte di adesione dell’80% allo sciopero di oggi dei medici, dirigenti sanitari, strutturati e precari contro i tagli e per il rinnovo del contratto

Pubblicato il 12 Dic, 2017

Roma, 12 dicembre 2017 – Alta la partecipazione allo sciopero nazionale di 24 ore indetto per oggi dalle federazioni di categoria ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO-ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA E VETERINARIA.  “Lo sciopero nazionale di oggi e’ il risultato del disinteresse della politica verso il servizio sanitario nazionale,   – si legge in una nota congiunta delle federazioni di categoria – il piu’ importante strumento di tutela della salute e delle fragilita’ di tutti i cittadini, che ha spinto i medici ed i dirigenti sanitari dipendenti del SSN prima a manifestare, oggi a scioperare uniti e compatti, anche a nome dei tanti italiani senza voce, lavoratori e contribuenti onesti che finanziano un welfare che altri stanno saccheggiando da troppo tempo”. La sanita’ pubblica ha chiuso oggi per non chiudere per sempre. La partecipata adesione che, al netto dei contingenti minimi obbligati a rimanere in servizio per garantire le urgenze, ha toccato punte di adesione dell’80%, il sit in a Roma davanti al MEF, le altre 50 iniziative simili organizzate per l’Italia, testimoniano coscienza dell’importanza della posta in gioco. Vale a dire contrastare una condanna a morte annunciata della sanita’ pubblica che sta travolgendo insieme i diritti dei cittadini, che vedono sottrarsi prestazioni giorno dopo giorno o trasferirle a carico delle loro tasche, e quelli dei medici e dei dirigenti sanitari, dei quali ruolo, dignita’ e valori professionali sono marginalizzati in una logica di abbandono”.

“E tutto questo -prosegue la nota  – nonostante la reiterazione, in queste ore, di numerosissimi comportamenti antisindacali per impedire il diritto di sciopero, messi in atto da certe Amministrazioni che calpestano anche in questo modo la legittimita’ di governo del SSN che istituzionalmente devono garantire, cosi’ come fanno anche diversi Responsabili di Unita’ Operativa, piazzati al loro posto dalla stessa politica che nomina gli amministratori. L’insufficienza di risorse economiche, al di la’ dei giochi verbali, rende ormai difficile mantenere i risultati di salute conseguiti, che gia’ manifestano le prime crepe con la riduzione degli anni di buona salute nella fascia di eta’ over 65, con l’aumento della spesa privata, che ormai lega il diritto alla salute al censo, con l’eccezionale incremento di diseguaglianze territoriali. La distanza tra Bolzano e Napoli puo’ misurarsi in 700 km o in 4 anni di aspettativa di vita. Nello stesso tempo cresce la poverta’ sanitaria e peggiorano, anche per l’impoverimento numerico del personale ed il blocco da 7 anni di contratti e turn-over, le condizioni di lavoro di chi e’ chiamato a tutelare la salute dei cittadini.

Colpisce il distacco, fino all’indifferenza, della politica, del governo e dei partiti della sua maggioranza incapaci di reggere la complessita’ della questione sanita’ che mal si presta ad essere tradotta in bonus e comunicata via twitter. La sanita’ pubblica rappresenta un grande patrimonio civile, sociale e professionale che esprime la coesione sociale del Paese ed i valori etici e deontologici dei suoi professionisti, che oggi assumono su di se’ l’onere di difenderla e riqualificarla. Senza fermarsi, fino a quando la sanita’ e il suo patrimonio professionale – costituito dai medici, veterinari, farmacisti e dirigenti sanitari che oggi hanno scioperato – non saranno riammessi nell’agenda del governo ed un nuovo contratto non venga a definire condizioni di lavoro piu’ dignitose e sicure per tutti i lavoratori e gli assistiti. Portando il tema nella campagna elettorale, in cui i cittadini saranno chiamati a giudicare e scegliere anche in base a quanto (non) e’ stato fatto per il loro diritto alla salute. #primadivotarepensallasalute, concludono i sindacati. 

E dalla sua Biagio Papotto, Segretario Generale CISL Medici ha tenuto a ricordare come “proprio chi tutela la salute, difende i diritti e usufruisce di un servizio sanitario nazionale universale  possa percepire il sottile piano di smantellamento di questo servizio: fondi di ricerca ridotti, borse di studio tagliate, riduzione della formazione delle professionalità, totale assenza di fondi per la retribuzione del personale, ecco la ricetta fatale”. 
“Oggi i medici hanno scioperato, l’adesione è stata alta, adesso inizierà la giostra dei numeri tra chi parlerà di grande successo e chi di scarsa adesione con conseguente “solfa“ sulla disaffezione ed inutilità della lotta sindacale” ha osservato ricordando che “fare il medico ed il sindacalista è missione ardua e faticosa ma che essere medici, sindacalisti e pazienti lo è ancora di più”.
“Esistono donne e uomini eccellenti che tutelano il nostro benessere psicofisico che da 8 lunghi anni hanno un contratto di lavoro scaduto, un turnover bloccato ed un età sempre più alta” ha sottolineato il Segretario della Cisl Medici osservando come la classe politica “nell’assalto alla diligenza delle varie leggi di stabilità non si ponga neanche il problema. “Ditelo subito agli individui che popolano questa nazione che la salute non è tra le priorità di questo paese, abbiate il coraggio delle vostre azioni! Sappiate però – conclude Papotto – che noi medici e sanitari saremo li a lottare perché è il nostro credo, perché “ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”

 

 

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