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Terziario. 246 dipendenti Auchan a rischio licenziamento. Sindacati proclamano stato di agitazione

Pubblicato il 23 Apr, 2018
Roma, 23 aprile 2018.  Le federazioni nazionali di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, «alla luce dei comportamenti e atti unilaterali messi in atto» -si legge in una nota congiunta trasmessa ai vertici aziendali- hanno proclamato lo stato di agitazione sull’intero perimetro aziendale dei 48 punti vendita dove complessivamente sono occupati circa 10mila addetti. Fronte sindacale compatto quindi nella vertenza che ha coinvolto 246 lavoratori della multinazionale francese della grande distribuzione organizzata dipendenti degli ipermercati di Napoli Argine e di Catania La Rena, in difficoltà gestionale e prossimi alla chiusura dei battenti entro fine aprile.
Le tre sigle nei giorni scorsi hanno sollecitato l’attivazione di un tavolo di confronto al ministero dello Sviluppo Economico. E’ confermato intanto il negoziato con l’azienda programmato a livello nazionale per il prossimo 8 maggio. 
Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl Mirco Ceotto «sarà necessario chiarire ed approfondire piani e strategie commerciali della multinazionale, ristabilire corrette relazioni sindacali e riprendere al più presto il confronto per il rinnovo della contrattazione integrativa di settore disdettata unilateralmente nel 2015». «Le crisi aziendali – ha concluso il sindacalista – si possono risolvere attraverso strumenti contrattuali alternativi alla chiusura ma finalizzati al mantenimento dei livelli occupazionali e del perimetro aziendale soprattutto nelle aree del Mezzogiorno d’Italia già pesantemente colpite dalla disoccupazione».
Nelle scorse settimane la direzione di Auchan ha illustrato ai sindacati l’andamento gestionale: sono negativi i risultati del 2017 il -3.4% di clienti e il -2.4% di fatturato. Solo 14 ipermercati sarebbero in progressione, 6 prossimi alla parità e 28 in perdita oltre il -2%; nei reparti soffre soprattutto il settore non food, i reparti casa, comunicazione e bazar, mentre la minore regressione si registra nel settore food. 

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