Le tragedie degli ultimi giorni e l’epicentro della crisi che si è allargato all’Europa centrale devono scuotere le coscienze di tutti, in particolare dei Governi europei affinché si prepari un piano di rilancio per risolvere la crisi umanitaria e ristabilire un clima di fiducia reciproca e solidarietà concreta.
Purtroppo va evidenziano come l’Unione Europea non sia mai riuscita ad adottare una legislazione orizzontale che coprisse i vari settori connessi alle politiche d’asilo e immigrazione. L’attuale emergenza umanitaria è la prova ineludibile che l’immigrazione è una sfida epocale per tutti gli Stati membri e non c’è più spazio per l’opportunismo, il populismo e le politiche restrittive.
Le misure proposte dalla Commissione europea nei mesi scorsi sono state insufficienti per far fronte a una crisi umanitaria di tali dimensioni, soprattutto i programmi di protezione internazionale ai profughi in fuga dalle zone a rischio e che devono avere come principio supremo la protezione di vite umane.
Siamo consapevoli del fatto che le proposte provenienti dalle istituzioni europee possono essere rese solo operative dagli Stati membri cui esortiamo a mostrare responsabilità e solidarietà. Oggi come ieri è importante superare gli attuali meccanismi previsti dal regolamento UE, meglio noto come Dublino, promuovendo tra gli stati membri la ripartizione proporzionale dei rifugiati.
Infine l’importanza imprescindibile del sindacato, che nello scenario attuale migratorio internazionale, ha il compito doveroso di promuovere e diffondere la cultura dell’accoglienza basata sugli standard che abbiano il rispetto sistematico dei diritti fondamentali dei migranti e al contempo rinforzi la solidarietà tra i lavoratori a prescindere dall’origine culturale o religiosa.
Nel condividere le iniziative, che da tempo la Cisl sta portando avanti sui territori, ci impegniamo con le nostre strutture a sostenere tutte le azioni, anche con altre associazioni, per affermare e tutelare i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo