Maggio 2019 – I Coordinamenti Politiche Sociali Cisl ed Fnp hanno presentato il Rapporto intermedio 2018 dell’Osservatorio Sociale della contrattazione territoriale. Lo studio, curato con il Centro Wwell dell’Università Cattolica di Milano, rappresenta una anticipazione di quello biennale e,  rispetto alle precedenti edizioni, segue due piani di ricerca: 
 
– l’analisi di un periodo ampio di contrattazione sociale (anni 2013/2017) offrendo così la possibilità di evidenziarne i caratteri strutturali;
– l’approfondimento con un focus specifico del tema della Non autosufficienza, analizzando sia gli accordi sottoscritti, ma anche servizi e progetti attivati dal sistema Cisl.
 
Ne emerge un quadro ampio e dettagliato che attesta nel periodo preso in esame una tenuta, e per certi versi anche una espansione, del confronto tra Sindacato ed istituzioni locali, infatti la quantità di accordi sottoscritti (circa 1000 ogni anno) è considerevole e la distribuzione capillare, anche se ancora non omogeneamente diffusa sul territorio nazionale. Da un punto di vista qualitativo la contrattazione sociale appare reattiva e capace di affrontare le problematiche emergenti derivanti dalla crisi o da essa acuite, allargando l’area della tutela offerta dalle misure di welfare nazionale. Non a caso i temi più ricorrenti riguardano il contrasto alla povertà ed al disagio economico delle famiglie, i servizi per la disabilità e non autosufficienza, il sostegno agli anziani fragili, ma si rilevano anche in crescita aspetti come l’inclusione delle persone immigrate e l’attenzione allo sviluppo dei giovani.
Si attesta ancora una volta la necessità di riforme nazionali ed adeguati investimenti pubblici per infrastrutturare il pilastro delle politiche sociali, proprio per rafforzare lo sviluppo dei servizi ed interventi a livello locale a favore delle situazioni di maggiore vulnerabilità. 
In questo quadro si inserisce prioritariamente la proposta di legge quadro per la Non autosufficienza e la mobilitazione ad essa connessa, la cui urgenza risulta confermata dalla ampiezza che questa problematica ha nell’ambito dell’azione territoriale (circa il 30% degli accordi riguarda questo tema ed 1 su 4 si rivolgono alla tutela delle persone disabili).
     
Si evidenzia, inoltre, come la contrattazione sociale rappresenti sempre più un valore perché rompe una visione individualistica, favorendo invece la partecipazione, la responsabilizzazione, la prossimità come criteri per affrontare e trovare soluzioni alla complessità dei bisogni. 

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