“Per la persona, per il lavoro” lo slogan della kermesse che si è conclusa con la riconferma di Ugo Duci alla guida dell’organizzazione e della sua squadra di segreteria composta da Mirko Dolzadelli, Pierluigi Rancati, Paola Gilardoni.
Nel corso del dibattito è stato ribadito l’impegno della Cisl volto alle persone, al lavoro, con un occhio attento a giovani, disoccupati, non autosufficienti e famiglie: “Guardiamo al futuro delle nuove generazioni, di oggi e di domani, perché anche a loro sia garantito il diritto al lavoro”- ha detto il segretario generale Ugo Duci sottolineando la necessità di “un patto per i giovani”.
“E’ un grande privilegio – ha aggiunto – servire i disoccupati, i non autosufficienti, i giovani in cerca di futuro, gli anziani soli, le famiglie, semplici e normali. Il paese dove abita la felicità si chiama “servizio” e le sue frazioni si chiamano “verità, giustizia e libertà”. Per Duci “la solitudine abita invece in paesi confinanti: uno si chiama “potere” e l’altro “denaro”. Ma noi siamo un popolo di donne e uomini che ha scelto di abitare insieme nel paese che si chiama “servizio”. Duci ha poi esortato i 376 delegati riuniti al XII congresso a non dimenticare mai di dover portare la “speranza”. “Il sindacato – ha concluso – è costruttore di speranza”.
Sulla questione giovanile si è espressa dalla sua anche la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan a margine dei lavori. “Per i nostri giovani non vogliamo sussidi, vogliamo lavoro – ha detto. Bisogna rivedere il sistema di calcolo per la loro pensione futura rafforzando anche la pensione integrativa. Ma l’anello che deve essere assolutamente saldato – ha sottolineato la leader della Cisl – è il rapporto tra scuola e lavoro, oggi ancora troppo debole. Le politiche attive del lavoro devono servire innanzitutto a questo: a sorreggere i giovani nel passaggio dal momento formativo al momento lavorativo”. E poi “contrattazione 4.0 che metta al centro il contributo e la partecipazione dei lavoratori per il cambiamento” accelerando – come avvenuto già in altri paesi usciti prima di noi dalla crisi – la promulgazione di una legge di sostegno alla partecipazione dei lavoratori. Ed ancora: innovazione, partecipazione, contrattazione, quali elementi dello stesso circuito”. Quanto al reddito di cittadinanza, per Furlan “meglio discutere invece di come alzare il reddito da lavoro e il reddito di inclusione, che sostiene la famiglia povera, ma anche per trovare un proprio percorso di lavoro. Lì è la dignità, non nei sussidi”.
Il resoconto completo dei lavori congressuali su sito della Cisl Lombardia