Ignazio Ganga, Segretario generale della Cisl sarda, nella sua relazione ha focalizzato la sua attenzione e quella dei delegati su i più importanti problemi dell’Isola e sulle proposte per affrontarli in modo efficace. “La sfida, qui in Sardegna – ha detto Ganga – che non ha escluso un eventuale ritorno alla protesta in piazza – è ridisegnare il futuro di quest’Isola, ma con la collaborazione di tanti, evitando soliloqui che non aiuteranno a far uscire la nostra terra da questo grave periodo”. “La disponibilità di saperi e quindi delle fabbriche di conoscenze; una buona accessibilità al credito; l’energia a basso prezzo; un sistema di servizi pubblici efficiente e radicato sul territorio; un sistema di trasporti dinamico e a costi competitivi, sono i fattori decisivi e indispensabili per avviare e sostenere un nuovo futuro per la Sardegna”.“Purtroppo oggi in quest’Isola, istruzione, credito, energia, pubblica amministrazione, mobilità, rischiano – ha detto Ganga – di aver perso la propria storica prerogativa di poter essere agenti di sviluppo e la crisi ce li consegna al contrario come handicap di questi tempi sui quali non potremo far mancare una nostra strategia. Per uscire dalla crisi e produrre un cambiamento reale e duraturo, che non riguardi solo qualche gruppo di persone, magari privilegiate da una condizione di partenza favorevole, dobbiamo ripensare a un modello economico, anche in Sardegna, avendo una visione più collaborativa e generosa in cui il lavoro e un’impresa socialmente responsabile assumano nuova centralità ha concluso il Segretario Generale della Cisl Sardegna, Ignazio Ganga. Presente ai lavori anche la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan che ha espresso la convinzione che “la Sardegna, come tutto il Paese, per crescere ha bisogno ancora di un’ industria tradizionale accanto ad un’industria innovativa”. “Nel Mezzogiorno ci vuole finalmente una scelta industriale forte e sentita. Questo significa puntare su innovazione, ricerca, professionalità e formazione. Il tema del lavoro in Sardegna come nel resto del nostro paese deve essere al centro dell’azione della politica, delle istituzioni, ed anche delle parti sociali. L’Italia ha bisogno di un forte rilancio dell’occupazione – ha continuato la Furlan – e questo deve essere fatto con gli strumenti giusti, innanzitutto puntando su investimenti in infrastrutture, innovazione, formazione: fattori, questi, assolutamente essenziali per lo sviluppo economico e sociale, con un ruolo forte ed innovativo delle politiche attive del lavoro e dell’alternanza scuola – lavoro”.
Per un resoconto più approfondito consulta anche il sito della Cisl Sardegna