Oltre alla Segretaria generale della Cisl Annamaria Furlan, numerosi gli ospiti che hanno animato il dibattito con i loro interventi.
Piano casa, forestali, caporalato, voucher ed i nuovi contratti dell’agroalimentare-ambientale che “hanno coinvolto una platea di oltre un milione di persone garantendo uno sblocco di oltre 4 miliardi entro il 2020″ e che spingono “il rilancio e la contrattazione protagonista di sviluppo”, alcuni dei temi al centro della relazione del Segretario generale, Luigi Sbarra che ha offerto interessanti spunti al dibattito. Per Sbarra l’agroalimentare, “deve tornare al centro delle prospettive di sviluppo nazionali: lo impone l’esigenza di far ripartire i consumi e l’obiettivo di portare l’export di comparto a 50 miliardi di euro entro il 2020. Un traguardo che potrebbe portare oltre 100 mila nuovi posti di lavoro in Italia, reso più difficile dalle scellerate politiche protezionistiche di Trump”. E la risposta “deve arrivare da un’Europa più compatta sotto il profilo politico e istituzionale”. In Italia, “occasione da non perdere è il Piano Industria 4.0, le cui risorse devono generare progetti condivisi capaci di valorizzare la struttura particolare del sistema agroalimentare italiano”. Quanto alla Legge 199 contro il caporalato è “una formidabile conquista della lotta sindacale – ha detto Sbarra – e gli arresti dimostrano che funziona negli aspetti penali, ma resta ancora al palo sul versante delle leve sociali”. Circa poi l’abolizione dei voucher, Sbarra ha invocato “che non rientrino dalla finestra dopo essere usciti dalla porta. “Non accetteremo nessun blitz” ha detto.
Sui voucher si è espressa anche la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan nel suo intervento conclusivo esprimendo preoccupazione per le notizie che si stanno diffondendo sulla tipologia dei nuovi voucher. “E’ opportuno che il Governo ci convochi al più presto” – ha detto. Siamo stanchi di assitere al contendere tra le forze politiche su cose residuali, marginali, ad un teatrino mediatico che dimentica i veri problemi del paese, dei lavoratori, delle imprese, delle persone che il sindacato rappresenta”. La leader della Cisl ha ricordato che le mprese italiane, anche quelle del settore agroalimentare, hanno il costo dell’energia piu’ alto del 30% rispetto agli altri paesi europei. “Noi amiamo e rispettiamo la natura e l’ambiente. Ma non si puo’ stare con i 30 ulivi pugliesi e con il gasdotto, con la tav e contro la tav. Bisogna scegliere da che parte stare sull’energia e sulle opere pubbliche se vogliamo superare i ritardi inaccettabili accumulati negli ultimi venti anni”.
Per approfondimenti consultare anche il sito della Fai Cisl