Così il  Segretario Organizzativo della Cisl, Giorgio Graziani nella relazione della Segreteria Confederale da lui presentata alla Conferenza Nazionale Organizzativa, ricordando al tempo stesso come ci sia “anche l’urgenza di aggiornare ed innovare i nostri assetti organizzativi  per essere in grado di corrispondere alla nostra missione, vale a dire, dare soluzioni adeguate alle nuove domande di tutela, ai disagi crescenti, ai bisogni della nostra gente, anche quando non sono immediatamente decifrabili”.

E “la Cisl, a quasi settant’anni dalla fondazione, – tiene a sottolineare Graziani -continua a rimettersi in discussione, riprendendo nuovamente il filo della riflessione sui suoi assetti organizzativi. Lo fa nella condizione dell’Italia di oggi, nel complicato contesto appena presentato. In circostanze come queste è sempre buona cosa ripartire dai fondamentali, vale a dire dalla nostra presenza e dalla nostra azione nei luoghi di lavoro, nelle comunità locali, nei luoghi, come nel caso delle periferie, dove le aree del disagio si stanno ampliando in modo preoccupante. Questa nostra missione è realizzabile solo se saremo in grado di esserci e di mettere in campo i nostri talenti, le nostre potenzialità, con competenza, disponibilità e passione. Ciò che serve al sindacalismo del nostro paese in questo momento storico – sottolinea ancora il Segretario organizzativo – è dunque una nuova stagione di resindacalizzazione della società italiana”.

“Dobbiamo, come è ovvio, rilanciare la contrattazione come chiave di volta per costruire coesione, inclusione e pari opportunità. Dobbiamo moltiplicare le esperienze di contrattazione aziendale sui temi sociali, con l’obiettivo di sperimentare e diffondere anche forme innovative di conciliazione, di contrasto alle molestie e alle violenze nei luoghi di lavoro; ma anche sviluppare e consolidare l’esercizio della negoziazione territoriale, la cosiddetta contrattazione sociale, costruendo con le comunità locali pratiche e strumenti di giustizia sociale, contrastando la continua diffusione delle divisioni ed esclusioni sociali”.

http://youtu.be/yJWGiH4nDCg

“Stimolare una rinnovata partecipazione delle persone dando più peso alla voce della nostra prima linea, a quella che abbiamo chiamato ‘l’intelligenza collettiva diffusa’ dobbiamo avere la forza e il coraggio di sperimentare nuove linee di azione : dobbiamo riappropriarci della missione originale, andare dove c’è il bisogno inespresso, silenzioso e abbandonato, esattamente come ci indicò il Santo Padre nel bellissimo incontro che aprì l’ultimo congresso. E’ necessario aprirci alla sperimentazione di nuove alleanze sociali, come accaduto ad esempio con l’alleanza per la povertà. Aprirci agli altri, forti delle nostre esperienze e competenze per allargare il nostro spazio di intervento. Un esempio in questo senso è il rilancio della nostra associazione “Famiglie in Rete”, opportunità per dare vita, assieme ad altre associazioni, a una vera e propria agenzia di sostegno al welfare familiare, dedicata in primis al lavoro di cura e domestico”.

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