CISL
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“Non a caso nella ricerca emerge che il 40% dei cittadini sostiene che la maggior efficienza sindacale la si registra nella fornitura di assistenza e consulenza ai cittadini e il 38% è convinto che il primo compito del sindacato è quello di seguire i lavoratori non solo nel loro percorso lavorativo ma in tutte le fasi di passaggio della vita (di questa posizione il 43% degli iscritti CISL). Nei casi limite si legge tra le righe la necessità di farsi guida di una vera e propria ricomposizione di esistenze precarizzate che corrono il rischio di abituarsi alla marginalità finendo per arrendersi alla nuova realtà. La precarizzazione lavorativa rimane la piaga da combattere da parte dei sindacati tanto che il 33% dei cittadini sostiene che il sindacato dovrebbe occuparsi della lotta al precariato. Dalla ricerca emerge che alcune marginalità lavorative sembrano confermare più di altre questa posizione (braccianti, raiders). Fondamentale che il sindacato, e soprattutto CISL, “sindacato di prossimità”, mantenga e valorizzi la sua presenza lì dove il bisogno nasce: essere nelle periferie sia geografiche che sociali significa non solo svolgere le funzioni peculiari del sindacato ma anche monitorare da vicino le trasformazioni in atto per intervenire con tempestività. 

Le condizioni dei residenti nelle periferie sono ritenute difficili finanche disastrose dal 51% degli italiani. La percezione del degrado di chi non ha contatti con le periferie e’ anche peggio ( 72%).
Nelle periferie fisiche le priorita’ sono occupazione e decoro. Il compito del sindacato e’ dunque quello di agire a livello territoriale, diventare un «mediatore» sul territorio capace di sanare il mismatching tra domanda e offerta di bisogni, stabilendo una vera e propria alleanza con il cittadini nel suo rapporto con la vita attiva” conclude l’Ad di Ipsos.

 

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