L’eccezionale precarietà occupazionale, produttiva,sociale di Brindisi, che espone a rischio di marginalizzazione definitiva la città capoluogo ed il restante territorio provinciale rispetto alle altre aree pugliesi ed all’intero Mezzogiorno, meriterebbe strategie, progetti, investimenti concreti, reali, esigibili; e certamente non appresi dalla stampa ma in quanto frutto di  confronto, di partecipazione e di condivisione con le Parti sociali.

Proprio in funzione della mole di investimenti con risorse europee e non solo, di cui verificare ancora quantità e qualità, il tavolo di confronto sindacale nazionale tra Governo e Confederazioni maggiormente  rappresentative  ha stabilito l’impegno di stipulare a breve un protocollo, in merito ad tavolo permanente di partenariato, per monitorare le ricadute a tutti i livelli del PNRR.

Analoghi protocolli si potranno replicare agli ulteriorilivelli ovvero, proprio laddove si dovrà territorializzare la spesa.  

Ebbene, come Cisl siamo ancora in attesa di conoscere i piani industriali da realizzare a Brindisi da parte dei playerenergetici che da anni  insistono sul territorio, interessati come sono al processo di decarbonizzazione.

Al contempo ulteriori player annunciano nuovi investimenti dei quali, sia ben chiaro, prendiamo attopositivamente ma, altrettanto, consideriamo legittimo l’auspicio che l’incontro con il territorio non avvenga solo attraverso la carta stampata ma su tavoli dedicati all’informazione ed alla consultazione.

E’ ciò che noi classifichiamo come dialogo sociale!

A tal proposito rinnoviamo l’invito alla riapertura del tavolo CIS, del quale risorse, progetti, idee e proposte sono rimasti una mera illustrazione da parte dei rappresentanti del Governo precedente.

Confidiamo ancora, al riguardo, nella sensibilità del Ministro del Sud e della Coesione territoriale, Mara Carfagna, affinché venga ripreso il confronto così che nessuna promessa governativa  di investimento rimanga inevasa.    

Da non sottacere, poi, è la mancata ripresa del confronto in  merito ad investimenti e progettualità in seno al porto, i quali erano stati oggetto di un primo tavolo alla presenza del sottosegretario Todde, di Cisl, Cgil, Uil, Autorità Portuale, Confindustria, Associazioni di categoria e Amministrazione comunale.

E, non per ultimo, i tanti tavoli insediati sotto la regia di S.E. il Prefetto, proprio per affrontare criticità  e opportunità del territorio.

Ecco: sono queste le dinamiche virtuose e le sedi di incontro e di dialogo  per verificare contenuti e prospettive di qualsivoglia investimento, anche in vista delle trasformazioni produttive e della de-carbonizzazione.

Abbiamo salutato con favore l’investimento per la Hydrogen valley pugliese che coinvolge importanti player come Edison, Snam, Saipem ed Alboran e che vedrà su Brindisi la realizzazione di uno dei tre impianti di produzione di idrogeno previsti nella regione.

Al contempo, salutiamo con vivo apprezzamento gli investimenti per la produzione di energia da rinnovabili da parte della società Falk Renewables in partnership con la società BlueFloat Energy e della Iron Solar, quest’ultima tra Brindisi e Otranto

Investimenti interessanti, soprattutto per i numeri di posti di lavoro che si potranno attivare, secondo i dati che leggiamo sulla stampa in merito ai progetti della Falk e, in particolar modo, per le relative filiere produttive che si potranno sviluppare.

Sono queste le variabili che definiscono un investimento coerente con le linee guida che ormai la transizione ecologica impone, ovvero creazione di posti di lavoro caratterizzati dalla sostenibilità ambientale e sociale di cui tutti, Imprese e Sindacato, responsabilmente, ravvedono la necessità.    

Ancora una volta, come Cisl, auspichiamo, dunque, che sugli investimenti tesi a sviluppo e occupazione si avvii un dialogo esigente, corresponsabile, inclusivo tra il sindacato e tutte le imprese coinvolte, le quali si stanno candidando a realizzare un’importante occasione di investimento produttivo green sul territorio

Ciò affinché, insieme, si possano traguardare tutte le opportune direttrici occupazionali per affrontare il processo di de-carbonizzazione con un metodo inclusivo e di coesione sociale, che determini opportunità per nuovo lavoro e per eventuali ricollocazioni di forza lavoro, in conseguenza delle trasformazioni produttive in atto.

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