CISL
CISL

“Questo significa – spiega la leader della Cisl –  impegno contrattuale, formativo ed un investimento straordinario per aprire nuove sedi dove la povertà sfocia oggi in disperazione. Lo deve fare un grande sindacato come la Cisl, ma potrebbe diventare anche quel percorso concreto e dal basso verso il sindacato unitario che parte proprio dagli ultimi, per affermare una visione della realtà che metta al centro il valore della persona, della vita, dell’importanza del dialogo sociale, della democrazia come strumento di partecipazione e di riscatto civile. Questo significa stare insieme. L’unità del sindacato deve servire anche a questo obiettivo, perché la nostra è la cultura positiva che può combattere la solitudine di tante persone e l’indifferenza della società, fare anche da argine al razzismo, ai fantasmi del passato, alla sfida dei nazional- populismi, ad arrestare la visione miope e pericolosa di chi punta alla disgregazione per affermare solo la logica del più forte”.

E nelle varie Conferenze organizzative Cisl che si stanno svolgendo in tutte le regioni “stiamo ribadendo che al centro va rappresentata la tanta marginalità sociale, soprattutto del lavoro, che abbiamo nel Paese: lavoro spesso sottopagato, non contrattualizzato, in modo particolare per i giovani” ha sottolineato ancora Furlan. Marginalità che sono presenti anche nelle periferie delle nostre città , dove spesso non ci sono nemmeno i servizi dello Stato, non c’è la figura dello Stato. Qui la Cisl deve essere presente, per sostenere le persone, i loro percorsi, le loro possibilità. Credo che questo oggi sia fondamentale. Non si riesce a essere un grande sindacato confederale se non si parte dai più disagiati, questo sia nel lavoro e sia ovviamente nella vita sociale delle persone” – ha concluso .

Condividi