Così Luigi Sbarra, Segretario generale aggiunto della Cisl introducendo la Tavola rotonda “Il lavoro che cambia. La persona al centro dell’innovazioone” moderata da Antonio Polito, del Corriere della Sera, alla quale sono intervenuti Giuseppe Bono, A.d. Fincantieri, Matteo del Fante, A.d. Poste Italiane Spa, Claudio Descalzi, A.d. Eni, Maurizio Gentile, A.d. RFI, Luigi Gubitosi, A.d. Telecom Italia, Marco maggi, Direttore relazioni industriali Randstand Group, Alberto Zoli, Direttore geenrale AREU Regionel Lombardia.
“E’ seguendo questa bussola -ha proseguito Sbarra- che la Cisl ha lavorato e lavora ogni giorno. È sul faro di relazioni sociali innovative e partecipative, che abbiamo costruito i tanti rinnovi e i tanti accordi pattizi di questi anni. A partire dal Patto della Fabbrica e dal bisogno di riconoscere a chiare lettere l’esigenza di regolare il sistema di rappresentanza delle parti abilitate alla contrattazione”.
E per il Segretario generale aggiunto è importante anche “definire azioni e risorse che moltiplichino la platea delle persone coinvolte. Inserire anche nella contrattazione forti elementi che introducano il diritto soggettivo all’aggiornamento. Non vanno trascurate le esigenze di miglioramento delle cosiddette “soft skills”, le caratteristiche utili in qualunque contesto occupazionale, che diventano sempre più centrali a causa dei cambiamenti nel modo di lavorare. Una formazione perpetua, efficace, mirata, capace di assicurare l’accesso alle tecnologie abilitanti e di sostenere i lavoratori nelle loro transizioni va considerata fattore strategico di produttività. In secondo luogo va potenziato ed esteso il sistema di politiche attive, ben oltre l’operazione del Reddito di Cittadinanza”.
“Il nostro paese soffre una non più tollerabile marginalità delle giovani generazioni rispetto al mercato del lavoro. L’eccessiva distanza e incoerenza tra scuola e lavoro costituiscono il principale problema strutturale su cui continuare ad intervenire. È forte l’esigenza di una staffetta generazionale flessibile, che molte categorie della Cisl stanno cercando di negoziare”. Ma per Sbarra occorre “essere realisti. Non possiamo garantire a tutti il pensionamento anticipato. Inoltre è tanto, veramente tanto, il contributo che queste persone vogliono e possono dare alla costruzione di nuova ricchezza”. C’è la necessità pertanto secondo il Segretario generale aggiunto “che nuove politiche per l’occupabilità e la sostenibilità del lavoro vengano indirizzate in modo costruttivo verso questa categoria”.
“Al centro – prosegue Sbarra – vanno messe le persone più deboli, quei lavoratori a bassa istruzione e qualifica che non possiamo assolutamente dimenticare né tantomeno ‘rottamare’. “Decisivo” inoltre “sviluppare e sostenere forme di welfare contrattuale e integrativo e misure di conciliazione vita-lavoro progettate per questi nuovi operatori”.
Quanto alla contrattazione secondo Sbarra “il sindacato non può ritenere di affrontare la grande trasformazione in atto mantenendo intatti gli strumenti di tutela del lavoro finora gestiti o per via normativa o per via contrattuale. Fare contrattazione, oggi, è come fare alta sartoria: si tratta di produrre coperture su misura, dinamiche, adattive, che rispondano a bisogni specifici e mutevoli. Questa, per la Cisl, è la sfida e il terreno principale sul quale il sindacato deve costruire un nuovo modo di agire unitario. Non serve, per essere più diretti, una nuova unità sindacale se spesa per tentare di recuperare per i capelli il vecchio vestito dell’art. 18. Serve molto, invece, se si pone l’obiettivo di innovare la contrattazione con nuove tutele e nuovi strumenti partecipativi. Significa avvicinare la contrattazione e la bilateralità al territorio, ridurre e ridistribuire l’orario di lavoro non a colpi di legge, ma valorizzando l’incontro negoziale di prossimità, riconoscendo le specificità e le problematiche di ogni realtà produttiva.
http://youtu.be/Qfb9qzhcMG8 La Cisl ritiene che sia giunto il momento di tradurre in misure concrete quanto già disposto dall’art. 46 della Costituzione Nella attuazione dei provvedimenti a sostegno del lavoro e della sua qualità occorre che il soggetto pubblico adotti soluzioni che devono essere sempre più capaci di arrivare ad elevare il ruolo delle Pmi.
Non si possono confinare nel perimetro di poche ‘buone pratiche’ aziendali limitate a grandi imprese le soluzioni che conciliano nuova economia con un lavoro sostenibile e competente.
Bisogna invece consentire a tutto il sistema economico un necessario salto di qualità”.
“Vanno” inoltre “colte appieno, con adeguate misure di indirizzo, le opportunità offerte dalle nuove tecnologie per valorizzare aree del Paese e fasce di lavoratori finora rimaste al margine. Penso all’importanza della ‘smaterializzazione’ delle catene di distribuzione per favorire l’occupazione nel Mezzogiorno. Penso a quanto il lavoro on line, non più misurato ad ore, possa favorire la conciliazione vita-lavoro e creare maggiori spazi per l’occupazione femminile. Un obiettivo reso difficile e lontano da un Governo miope, che non ha una visione sulle politiche industriali, che taglia sui servizi alla persona, che fatica a comprendere come solo da una nuova stagione di dialogo sociale possono definirsi le condizioni del rilancio. Quello che serve è un netto cambio di rotta” sottolinea ancora Sbarra.
http://www.youtube.com/watch?v=43JxK7eo96M Ma “mentre noi parliamo di vie della seta, altrove costruiscono autostrade! Il Governo si avvita su questioni di scarsa o nessuna rilevanza, non ha visione né progettualità, lascia scorrere tempo che non possiamo permetterci di sprecare. Anche perché con i mesi, scorrono via i miliardi. C’è, nella politica di questa maggioranza, il virus di una patologia anti-industriale e anti-modernista che è un misto di insipienza e ideologia”.