CISL
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“Oggi ci sono tante visioni di Europa -spiega Visentini- anche dentro il sindacato, e diverse situazioni e sensibilità nei vari Paesi, nelle istituzioni e nelle forze politiche. La CES è fortemente impegnata a ridurre le differenze, per convergere verso un forte progetto di Europa sociale. Ieri Gentiloni ci ha detto che l’economia italiana è ripartita; ci sono timidi segnali di crescita, ma non è consolidata e sufficientemente robusta, e non si è trasformata nella creazione di posti di lavoro di qualità, che resta l’emergenza europea assoluta. Per fortuna l’onda populista xenofoba ed antieuropea, che aveva raccolto consensi anche tra i lavoratori, è stata fermata, sta arretrando”.
“Le istituzioni dell’Ue -prosegue- stanno cominciando a  rendersi conto che c’è bisogno di un nuovo progetto per l’Europa, di una nuova consapevolezza. Dopo tanti anni hanno capito che il nostro modello sociale non è un fardello che distrugge la competitività della nostra economia, ma è un elemento indispensabile per la crescita economica, oltre che elemento di crescita sociale. Abbiamo lanciato 5 parole d’ordine: basta austerità, e quindi riforma del fiscal compact; solidarietà europea per uscire dalla crisi; aumento del salario, in grado di far ripartire i consumi, che rappresentano il 70% delle nostre economie; emigrazione: in Europa ci sono 5 milioni di rifugiati su 65 milioni nel mondo, ma gli Stati europei non si fanno carico di questa emergenza comunitaria; credibilità dell’Unione europea. Sono sicuro che insieme ce la potremo fare, -conclude- assicurando dignità, giustizia sociale e crescita ai lavoratori europei!” 

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