Un quadro complessivo, tempestivo ed affidabile dei fenomeni socioeconomici a più rapida evoluzione che costituiscono una parte importante, anche se non esclusiva, del benessere delle famiglie e del Paese. 

La ripresa economica c’è, ha fermato la fase di deterioramento degli indicatori di benessere ed ha anche invertito la rotta, ma non ha ancora innescato una fase di pieno recupero dei livelli pre – crisi. Le famiglie, dunque, percepiscono poco la ripresa del PIL, perché questa tende a non tradursi direttamente ed immediatamente sul piano sociale. Questo l’elemento centrale del nuovo numero del Barometro CISL del Benessere / Disagio delle Famiglie, che analizza i dati a livello regionale riferiti al 2° trimestre 2017. Il miglioramento dell’attività economica, determinata da esportazioni e investimenti, non è ancora riuscita a incidere sui livelli di benessere e sulle relative disparità sociali. I dati regionali dei singoli indicatori mostrano non solo livelli molto diversi tra le diverse realtà, ma anche andamenti differenziati negli ultimi mesi.

Nel secondo trimestre 2017 gli indicatori complessivi Cisl di benessere (barrette in verde) appaiono migliorati rispetto allo stesso periodo del 2014 (cerchio rosso). Tutte le regioni italiane presentano, però, ancora valori largamente inferiori rispetto ai livelli pre-crisi (rombo in alto).  Rispetto ai valori registrati nel secondo trimestre 2007 la gran parte delle regioni italiane presenta infatti scarti di oltre 5 punti percentuali.

Una situazione che si riscontra non solo al Centro-sud, ma anche per alcune importanti regioni del Nord come il Piemonte, il Veneto e l’Emilia Romagna. In diversi territori la recessione prolungata del periodo 2008-13 ha quindi lasciato tracce profonde e durature, che nonostante i segnali di ripresa dell’attività produttiva sarà difficile cancellare in tempi brevi.

 

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