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Terziario. Mercatone Uno, siglato l’accordo sui criteri applicativi della cassa integrazione operativa dal 7 aprile per 3.071 dipendenti. Sottoscritta l’intesa anche sulla stabilizzazione dei numerosi associati in partecipazione

Pubblicato il 18 Giu, 2015

Roma, 18 giugno 2015 – Novità nella vertenza che vede coinvolti i 3.071 dipendenti dei 78 negozi della rete vendita – compresi i 28 negozi della black list chiusi dal 15 giugno – del noto marchio della vendita di mobili e complementi d’arredo Mercatone Uno in amministrazione straordinaria. I sindacati di categoria Fisascat Filcams Uiltucs ed i commissari straordinari hanno infatti completato in sede ministeriale l’accordo siglato lo scorso 11 maggio con la definizione dei criteri applicativi della Cigs in vigore dal 7 aprile scorso. Per l’accesso alla trattamento di cassa integrazione si utilizzerà il criterio dell’equa rotazione fra i lavoratori sospesi ad orario ridotto; la rotazione potrà avvenire su base multiperiodale – giornaliera, settimanale o plurisettimanale – da verificare, a consuntivo, al termine di ciascun semestre di riferimento. L’azienda si è inoltre impegnata a garantire un orario minimo di 6,5 ore giornaliere, al fine di minimizzare il sacrificio per i dipendenti convolti dal trattamento straordinario.
I lavoratori dei 28 negozi chiusi dal 15 giugno costituiranno un “bacino di ripescaggio” dal quale l’azienda potrà attingere per saturare le esigenze di servizio dei punti vendita ancora in attività.
Le novità riguardano anche i numerosi associati in partecipazione utilizzati nella rete vendita ed in forza alla data del 7 aprile, per i quali le parti hanno condiviso una intesa sulla stabilizzazione del rapporto di lavoro. Nel dettaglio l’azienda proporrà l’offerta dell’assunzione con contratto di lavoro subordinato a tempo indeterminato e parziale di almeno 20 ore settimanali, al IV° livello d’inquadramento del contratto collettivo nazionale di lavoro per i dipendenti da aziende del terziario, della distribuzione e dei servizi.
“Le intese raggiunte sono molto importanti in quanto prevedono soluzioni condivise finalizzate a stabilire criteri-guida equi, chiari e, perciò, verificabili nella gestione della cassa integrazione – ha dichiarato il segretario nazionale della Fisascat Vincenzo Dell’Orefice – nonché ad individuare un minimo comune trattamento per i lavoratori attualmente ingaggiati dalla società con l’associazione in partecipazione col solo apporto di lavoro”. “Ora rimane da chiarire – ha aggiunto – quali strumenti di sostegno al reddito possono essere attivati per i lavoratori delle imprese controllate che non rientrano nel campo applicativo della Cigs”.
La Fisascat auspica che entro il 30 giugno – termine ultimo previsto dal bando pubblicato il 15 maggio scorso sui maggiori quotidiani italiani – si manifestino gli interessi a rilevare il complesso aziendale.
I sindacati nel frattempo sono stati anche ricevuti in audizione dalla sottocommissione Ricadute Occupazionali Ristrutturazioni Aziendali della XI Commissione Lavoro del Senato presieduta da Maurizio Sacconi. La Fisascat in particolare ha evidenziato i risvolti occupazionali di una complicata vertenza che coinvolge complessivamente 4.000 dipendenti e le cui sorti sono unicamente legate al possibile rilancio aziendale connesso all’acquisizione dell’intero Gruppo.

Ufficio Stampa Fisascat Cisl Nazionale

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