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Pompei, Faverin (Cisl Fp): “No ai disservizi, nessun disagio può essere tollerato”

Pubblicato il 26 Lug, 2015

Roma, 26 luglio 2015. “Nessun disservizio può essere tollerato. Il caso Pompei è indegno di un paese civile”. Giovanni Faverin, segretario generale della Cisl Fp, torna a stigmatizzare i cancelli chiusi degli Scavi, ma mette in chiaro le responsabilità di una politica “sempre presente alle inaugurazioni che danno consenso, ma che non ha mai avuto il coraggio di riorganizzare il sistema dei Beni culturali, lasciando da anni campo libero ai lauti guadagni dei privati”.
Per Faverin “E’ ora di finirla. Il modo per costruire cambiamenti non è certo creare disagio alle persone, ma così non si può andare avanti: servizi arretrati, lavoratori abbandonati, zero investimenti in competenze e innovazione. E poi tante, troppe, connivenze con pezzi di mercato quanto meno dubbi. Ministri e dirigenti vanno inchiodati alle loro responsabilità”.
“Ci sono società concessionarie di servizi aggiuntivi che guadagnano grazie a concessioni che garantiscono percentuali anche del 70% sugli incassi dei biglietti e del 100% sulle visite guidate, per non parlare delle sponsorizzazioni. Concessioni sulle quali la stessa Corte dei Conti ha espresso forti dubbi, e che per di più vengono rinnovate automaticamente perché le linee guida che dovrebbero regolare gli appalti dei servizi non sono mai state emanate. Il tutto senza alcuna trasparenza”.
“Se vogliamo davvero che il modello di gestione dei beni culturali sia all’altezza del nostro patrimonio, dobbiamo fare pulizia di tutte le incrostazioni di interessi illegittimi e clientele. E smettere di pensare che con nuove leggi generali si possa cambiare tutto. Servono piuttosto misure attuative, controlli e interventi di contrasto alla cattiva gestione. E soprattutto riorganizzazione e investimenti negli organici e nelle professionalità di operatori e specialisti: sono loro la prima linea con visitatori e turisti e sono loro che si trovano troppo spesso a giustificare con i cittadini la disorganizzazione scientificamente mantenuta che viene dall’alto. Il governo parla di ripresa occupazionale: bene il privato che investe, ma perché al pubblico non si permette di fare la propria parte? Eppure proprio al Mibact, dove la carenza di organico è ormai storica, si potrebbero assumere tanti bravi giovani architetti, archivisti, storici dell’arte, restauratori, vigilanti, custodi… come si fa nelle migliori realtà europee, ma di questo non si parla.”.
“Il ministro Dario Franceschini abbia il coraggio di occuparsi di più dei servizi: del ministero e delle articolazioni territoriali, segretariati e soprintendenze. E aprire un confronto serio sui problemi veri dell’organizzazione del lavoro: accoglienza, vigilanza, visite, manutenzione, fruizione e promozione. Questioni decisive, che i lavoratori ben conoscono, e di cui non ci può accorgere solo quando scoppiano casi scandalosi come quello di Pompei. Diciamo no a qualunque disservizio per cittadini e visitatori, sì a una vera innovazione organizzativa”.

Ufficio stampa CISL FP

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