Roma, 29 luglio 2015- “Il Governo ed i ministeri coinvolti non possono tacere sui motivi della battuta d’arresto subita dal processo di riforma dei patronati. Vogliamo sapere che cosa c’è dietro”. Così il Segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, commenta l’inspiegabile silenzio delle istituzioni sui motivi di tale impasse. I decreti attuativi, che dovevano definire tale profonda revisione, non sono infatti stati emanati entro il 30 giugno, scadenza voluta dallo stesso ministero del Lavoro in sede di approvazione dell’ultima legge di stabilità.”Solo 6 mesi fa, quando si è deciso di ridurre per l’ennesima volta i fondi ai patronati, la riforma sembrava una condizione imprescindibile per consentire il ridimensionamento del taglio previsto e permettere al sistema di sopravvivere”, prosegue il Segretario generale. “Allora ci spiegarono che era necessario provvedere rapidamente ad una riforma che puntasse a dare trasparenza al settore e che avrebbe garantito una tutela individuale più seria e professionale per tutti i cittadini che si avvalgono di queste strutture, adeguandole al nuovo assetto di welfare”, sottolinea Furlan. “Abbiamo condiviso e sostenuto questi obiettivi sin dall’inizio. Dunque, deve essere chiaro che nessuna responsabilità può essere imputata al ‘sistema patronati’ per il ritardo sui decreti. Di più: le norme che ci aspettiamo devono conciliare il ruolo pubblico del patronato con le nuove esigenze del sistema sociale. La mancata decretazione non può diventare un alibi per intervenire ancora sul fondo, magari con la prossima legge di stabilità, puntando così a smantellare l’ultima rete si sostegno a tutela dei diritti dei cittadini.”, conclude Furlan Ufficio Stampa Cisl