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Consumatori. Mediaset, dall’8 settembre criptati sul satellite Rete4, Canale5 e Italia1

Pubblicato il 8 Set, 2015

Roma, 8 settembre 2015 – L’annuncio di Mediaset di criptare i propri canali – dichiara Pietro Giordano, Presidente nazionale di Adiconsum -riporta alla ribalta la problematica della codifica dei programmi televisivi sulla piattaforma satellitare, più volte da noi segnalata all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, ma finora mai risolta con un’appropriata regolamentazione e che è anche in controtendenza con quanto richiesto dall’Europa per lo sviluppo del mercato unico digitale. Oltre a Mediaset, infatti, anche il servizio pubblico RAI ha lo stesso comportamento. Molti suoi canali visibili sulla piattaforma terrestre sono criptati sulla piattaforma satellitare per tutta laprogrammazione. Nel caso dei canali RAI in HD il problema è ancora più grave, perché sul terrestre è visibile solo un canale in qualità HD che trasmette una selezione di programmi HD fra le tre principali reti, non permettendo agli italiani di potere vedere in qualità migliore in chiaro, e quindi gratuitamente, le sue reti principali. Per non dimenticare poi la disputa fra la ZDF (rete televisiva tedesca) e la PAY TV Premium (Mediaset) per la trasmissione della partita di Champions Lazio-Bayer Leverkusen, che la televisione tedesca ha trasmesso in chiaro dal satellite e codificata sulla rete terrestre dalla pay tv italiana, dimostrando che la stessa era stata acquistata con diritti per tutta l’Europa. La confusione, a questo punto, regna sovrana.

È evidente – afferma Giordano – che un editore privato compie le proprie scelte e può decidere, per esempio, di non trasmettere dalla piattaforma satellitare, così come è evidente che non possa essere obbligato ad acquistare diritti di visione per tutto il territorio europeo. Pur, quindi, comprendendo la decisione puramente commerciale di Mediaset, chiediamo all’Agcom: è lecito codificare un intero canale o delle trasmissioni solo per indurre (imporre nel caso si possa utilizzare una sola piattaforma per problemi di ricezione) i telespettatori ad utilizzare una piattaforma trasmissiva a discapito di un’altra o addirittura a promuovere un bouquet invece di un altro? È lecito disattendere il principio della neutralità tecnologica? È lecito non tutelare quei consumatori che per scelta o per obbligo utilizzano la piattaforma satellitare per la visione dei canali e costringerli a mettere mano al portafogli per acquistare un decoder TIVUSAT o la chiavetta di Sky? Alla richiesta di intervento immediato per impedire a Mediaset il criptaggio, andata purtroppo inevasa, in una lettera all’Agcom abbiamo chiesto di:

  • specificare se i comportamenti assunti da numerose emittenti italiane che trasmettono i propri canali in chiaro sul terrestre e criptato su satellite sono leciti, rispettosi delle norme e del principio di neutralità tecnologica;
  • verificare le tipologia dei diritti alla trasmissione, acquistati dalle emittenti italiane e le conseguenti modalità di criptaggio applicate;
  • verificare se il comportamento del servizio pubblico RAI relativamente alla scelta di criptare sulla piattaforma satellitare i propri canali generalisti in qualità Alta Definizione è rispettoso del contratto di servizio e delle norme;
  • regolamentare le modalità di codifica di una trasmissione televisiva e di fornire un indirizzo di comportamento per il posizionamento di numero sul telecomando di un canale all’interno di un bouquet televisivo.

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