Roma, 16 luglio 2016. “La Cisl esprime sostegno e vicinanza alla popolazione della Turchia, alle lavoratrici e lavoratori ed al sindacato libero turco che hanno difeso con coraggio e determinazione il diritto ad avere istituzioni libere e democratiche in quel paese” . Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl Annamaria Furlan in una nota. “In un momento cosi’ tragico e difficile per la Turchia, l’Unione Europea e la comunita’ internazionale devono intensificare gli sforzi politici e diplomatici per far cessare ogni forma di violenza in quel paese, stabilizzare la situazione politica e lo stato di diritto, ripristinare un sistema pienamente democratico, fondato sul rispetto dei diritti civili ed umani di tutti i cittadini turchi, insieme alle liberta’ sindacali, di stampa e di opinione”.
“Credo sia inaccettabile il ripristino della pena di morte. Siamo tutti sconvolti da questa cosa. Un Paese che vuole entrare in Europa, non può ripristinare la pena di morte”. Ha dichiarato poi Furlan a margine di un convegno organizzato dalla cisl a Milano sulla situazione dell’industria italiana. “La democrazia ha le sue regole e tra queste ci sono il rispetto della dignità e, soprattutto, della vita delle persone e lì abbiamo assolutamente bisogno di pluralismo, democrazia e crescita dei diritti delle persone di quel Paese”. Riferendosi alle ripercussioni sulla crescita italiana, Furlan ha osservato: “ogni aspetto di così ampia portata può avere delle ricadute anche economiche. Abbiamo bisogno di più Europa per rispondere a tutto questo. Al contrario di quello che sta avvenendo, la Brexit ne è un tragico esempio, noi abbiamo bisogno di un’Europa più solida, dei popoli e delle genti, che mette al centro lo sviluppo, la crescita e il lavoro per gli europei, in ogni singolo Paese, a partire dal nostro – ha spiegato – Il salto di qualità deve essere superare l’Europa solo finanziaria e monetaristica, rivedere il fiscal compact che è profondamente da cambiare e iniziare a parlare di Stati Uniti d’Europa, con al centro il lavoro e i diritti dei cittadini, quindi la dignità sociale degli uomini e delle donne d’Europa”.