Roma, 22 settembre 2016- “Ha fatto bene il Ministro della salute Lorenzin a ritirare gli infelici opuscoli pubblicitari sul Fertility day. Ma sul tema della natalità e della conciliazione tra famiglia e lavoro occorre aprire ora una discussione seria attraverso un Tavolo di confronto tra Governo e parti sociali, al fine di coordinare una politica per la famiglia ed interventi ed azioni a 360 gradi capaci di rilanciare la natalità e la genitorialità oltre gli slogan e senza strumentalizzazioni”. Lo sostiene la responsabile del Dipartimento donne della Cisl, Liliana Ocmin. “Il problema della bassa natalità nel nostro Paese esiste da anni. Nel 2015 sono nati in Italia appena 485 mila bambini, il dato più basso mai raggiunto in precedenza, con una media di 1,37 figli per donna. Per questo occorre avviare un ragionamento serio su una questione che riguarda il futuro del nostro paese e la sostenibilità economica e sociale del welfare. Le iniziative promosse dal Ministero della Salute che ha posto anche l’ accento sulla possibile prevenzione medica delle cause che portano all’ infertilità femminile e maschile, sono importanti ma non bastano. Servono politiche che facilitino l’ ingresso e la permanenza delle donne nel mondo del lavoro, perché come abbiamo più volte constatato, la donna che non lavora non mette al mondo figli. Occorre, inoltre, incentivare la conciliazione vita/lavoro quale sostegno concreto alla maternità ed alla paternità ed alla cura familiare attraverso il rafforzamento dei servizi ed un riconoscimento fiscale e contributivo del lavoro di cura. Da parte nostra, da tempo siamo impegnati a promuovere misure di welfare aziendale mediante la contrattazione e gli enti bilaterali per costruire una società che dia l’opportunità a tutti di formare una famiglia e di mettere al mondo figli”.