Roma, 9 ottobre 2016. “Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella rappresentano oggi un monito per tutti e devono fare riflettere le istituzioni, gli enti pubblici e le parti sociali sul problema irrisolto della sicurezza e dei troppi incidenti mortali nei luoghi di lavoro nel nostro paese”. Lo dichiara in una nota la segretaria generale della CISL Annamaria Furlan in occasione della 66° Giornata Nazionale per le Vittime degli Incidenti sul lavoro. “Ogni anno in Italia muoiono in media due lavoratori al giorno a causa di incidenti sul lavoro. Come ha sottolineato il Capo dello Stato un Paese civile e moderno si misura anche dalla capacità di creare e conservare ambienti di lavoro sicuri: morire sul lavoro, ammalarsi per una causa professionale o restare invalidi o mutilati a seguito di un infortunio sul lavoro è davvero inaccettabile in un contesto industriale avanzato. Ci sono settori come ad esempio l’edilizia o l’agricoltura dove non vengono rispettate le norme fondamentali sulla sicurezza e dove spesso i lavoratori che muoiono hanno in tasca un voucher o non sono stati assunti regolarmente. Quando un paese ha tutti questi infortuni sul lavoro che non accennano a diminuire è una sconfitta per tutti. Bisogna fare molta più prevenzione con una azione culturale che ponga la sicurezza e la salute nei posti di lavoro come una vera priorità del nostro paese, attraverso una lotta seria al sommerso, al lavoro nero, al capolarato. Occorre ridare più valore al lavoro, quel lavoro che oggi è negato a troppi giovani e donne in Italia”.