Roma, 14 ottobre. “La circolare emanata ieri dal Mit dimostra che al peggio non c’è fine. Al termine del 2016 ci troveremo con un grande numero di marittimi che non potranno lavorare a causa di un eccesso di burocrazia nato in seguito agli emendamenti di Manila alla convenzione Stcw”, con queste parole Giovanni Olivieri, Coordinatore nazionale della Fit-Cisl per il Trasporto marittimo, commenta la circolare emanata ieri dal Ministero dei Trasporti relativa all’applicazione degli emendamenti di Manila alla Stcw, la Convenzione internazionale sugli standard di addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi. “Riepilogo la vicenda perché è esemplare – spiega Giovanni Olivieri – L’Italia è arrivata con quattro anni di ritardo all’adeguamento delle certificazioni per i propri marittimi, le quali in base agli emendamenti di Manila sono indispensabili per poter lavorare a partire dal 1 gennaio 2017. Come Fit-Cisl già abbiamo denunciato questo ritardo più volte e in tutte le sedi e anche molte società di navigazione hanno espresso preoccupazione per queste lentezze perché rischiano di non poter più imbarcare marittimi italiani dall’anno prossimo”. Prosegue il Coordinatore nazionale: “A questo caos si aggiunge l’ultima beffa: ieri il Mit ha emanato una circolare che obbliga i comandanti e i direttori di macchina già in possesso del titolo a frequentare corsi direttivi da 300 e 570 ore per poter continuare a lavorare. Quello che ci chiediamo è: come troveranno il tempo per frequentare? Quanto costerà agli armatori la frequenza di questi corsi? È utile che comandanti e direttori di macchina di lunga esperienza seguano corsi in cui si riparte dalle basi della professione? Perché l’Italia è l’unico Paese che ha adottato simili misure?”. “Chiediamo al Mit – conclude Giovanni Olivieri – di rivedere la sua circolare e siamo pronti a ogni azione per contrastare l’applicazione di tali anacronistiche direttive, che favoriscono soltanto il personale straniero, perché le navi non si possono fermare”.