Roma, 14 novembre 2016. “La graduale riduzione dell’utilizzo della cassa integrazione continua oramai dal 2014, con qualche altalena ed alcune differenze tra territori e settori. Pur se parte della riduzione è dovuta alla contrazione di risorse destinate alla cassa integrazione in deroga , è innegabile il trend positivo, effetto di una pur debole ripresa soprattutto nel manifatturiero”. Lo sostiene in una nota il Segretario Confederale Cisl, Gigi Petteni commentando i dati diffusi oggi dall’Inps. “Dal 2017 vi è però il rischio che il calo della Cassa Integrazione non sia più una buona notizia – sottolinea – se esso avverrà in conseguenza della modifica del costo-opportunità nella scelta tra cassa integrazione e licenziamento. Infatti con il passaggio, dal 1° gennaio 2017, dal regime della mobilità al regime ordinario, a suo tempo stabilito dalla riforma Fornero, le aziende rientranti in quel sistema saranno soggette al regime generale degli oneri di licenziamento, che ha costi inferiori, mentre nel frattempo, per le stesse aziende, con il Jobs Act sono entrati in vigore i nuovi, più elevati contributi addizionali per l’utilizzo della cassa integrazione. In sostanza, aumenta il costo della cassa integrazione e si riduce quello del licenziamento, con il rischio di portare le aziende, anche in crisi passeggera, a licenziare anziché richiedere la cassa. La Cisl, in occasione della legge di stabilità, chiede un intervento per riequilibrare tali costi”. “Sul tema degli effetti combinati provocati dalla fine del regime di mobilità e dall’entrata in vigore di alcune norme del Jobs Act – conclude Petteni – compresa la nuova finalizzazione del contributo pagato dalle aziende per finanziare l’indennità di mobilità, e, più in generale, sul tema della gestione delle crisi aziendali, chiediamo che venga aperto un confronto per valutare le proposte contenute nell’accordo Cgil,Cisl,Uil – Confindustria dello scorso settembre”.