Roma, 3 dicembre 2016. “Il tentativo di suicidio da parte di un collega della polizia penitenziaria avvenuto oggi all’ ospedale di Bologna, genera sentimenti contrastanti, di sgomento, di dolore e di rabbia. Questo gesto estremo e gli episodi di suicidio nelle carceri da parte di poliziotti penitenziari deve portarci a riflettere e ad interrogarci seriamente sul perché ciò accada”. Lo dichiara in una nota il segretario generale della Fns Cisl, la Federazione Nazionale della Sicurezza della Cisl, Pompeo Mannone. “Pensiamo che questi gesti estremi siano correlati anche allo stress da lavoro, alle condizioni ambientali, alla pesantezza dei turni oltre, ovviamente, a motivi strettamente personali. “Come Fns Cisl- continua Mannone- riteniamo che le condizioni di lavoro, lo stress psico-fisico cui la polizia penitenziaria è continuamente sottoposta rappresentino fattori importanti che minano le condizioni del personale. Ecco perché siamo sempre più convinti che questi luoghi di lavoro necessitino in modo particolare di punti di ascolto e di centri di supporto psicologico per prevenire, per quanto possibile, episodi limite come quelli che stiamo commentando e che avvengono con eccessiva frequenza sia in carcere che fuori. Purtroppo, ad oggi, gli sforzi profusi dal governo tramite apposite leggi relative al superamento del sovraffollamento e quindi alla realizzazione di migliori condizioni sia per il detenuto che per chi lavora negli istituti penitenziari, non hanno prodotto alcun significativo e sistemico risultato. Mancano ancora migliaia di unità di agenti di polizia penitenziaria. Le riflessioni esposte durante gli Stati Generali della Giustizia Penale voluti dal Ministro Orlando sono rimaste sulla carta. Non si registra, infatti, alcuna misura concreta di risoluzione degli innumerevoli problemi che attanagliano il pianeta carcere. Molte parole, pochi fatti”. “Siamo di fronte ai soliti impegni senza sostanza operativa” conclude Mannone.