7 dicembre 2016 – L’Adiconsum, Associazione Difesa Consumatori ed Ambiente, ha avviato un ricorso straordinario al Capo dello Stato per chiedere l’annullamento o la revoca dello Statuto della Cassa per i Servizi Energetici ed Ambientali (CSEA), avendo individuato nello stesso Statuto una serie di irregolarità che potrebbero danneggiare i consumatori italiani, ma anche e soprattutto per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica e delle autorità competenti sulle conseguenze della trasformazione, compiuta un anno fa, della Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico (CCSE – Ente Pubblico Non Economico) in Cassa per i Servizi Energetici ed Ambientali (CSEA – Ente Pubblico Economico). La principale attività della Cassa per i Servizi Energetici ed Ambientali (CSEA), oltre alla funzione perequativa (è nata nel 1961, infatti, con il compito di compensare le perdite delle imprese elettriche derivanti dall’unificazione delle tariffe), è quella relativa alle riscossioni e alle erogazioni con particolare riferimento agli oneri generali di sistema, a carico dei consumatori e pagati direttamente nelle bollette energetiche (tra le più care d’Europa). Le riscossioni e le erogazioni – che hanno una evidente rilevanza pubblica – dovrebbero, in linea di principio, compensarsi. In realtà, così non è: le riscossioni sono, infatti, di gran lunga superiori alle erogazioni e tutto ciò è dimostrato dal fatto che in Cassa pare che ci sia una giacenza finanziaria molto elevata – stimabile in quasi quattro miliardi di euro. In pratica, le componenti tariffarie che ci ritroviamo in bolletta, a copertura degli oneri generali del sistema energetico – il cui valore viene determinato dall’Autorità per l’Energia Elettrico, il Gas ed il Sistema Idrico (AEEGSI) – sono evidentemente più alti di quanto in realtà dovrebbero essere, dando vita ad una “tassazione occulta” a carico dei cittadini. Quali sono le reali finalità della trasformazione della Cassa in Ente Pubblico Economico? Come si vogliono gestire i soldi dei consumatori? La preoccupazione nasce dal fatto che in passato consistenti risorse (diverse centinaia di milioni di euro), provenienti dalle giacenze finanziarie della Cassa, sono state utilizzate dal Governo per finalità varie che riguardavano settori assolutamente diversi da quello energetico, con grave danno per i consumatori italiani che pagano le componenti tariffarie in bolletta. L’Adiconsum, alla luce di quanto sopra, chiede che si abbassino le componenti tariffarie inserite nelle bollette energetiche – nell’interesse delle famiglie e dei consumatori tutti – e che si utilizzino le giacenze esclusivamente per il comparto energetico (riqualificazione delle vecchie centrali elettriche, istituzione di un Fondo di solidarietà per i lavoratori del comparto, ecc.).