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Banche. First Cisl: “Alla vigilia dell’Assemblea di Federcasse auspichiamo che non venga messa a repentaglio la capacità del credito cooperativo di creare reddito sociale sostenibile”

Pubblicato il 19 Dic, 2016

Roma, 19 dicembre 2016. “Pur nel rispetto delle scelte dei territori, ci auguriamo che la mancanza di una direzione univoca per il futuro del credito cooperativo italiano non metta a repentaglio un modello di banca orientato soprattutto alla produzione di un reddito sociale sostenibile attraverso lo sviluppo delle comunità locali e del loro tessuto economico”: è quanto dichiara Giulio Romani, segretario generale di First Cisl, primo sindacato del settore finanziario italiano, alla vigilia dell’Assemblea di Federcasse del 20 dicembre, nel corso della quale è probabile che venga preso atto della nascita di più gruppi bancari nazionali all’interno del comparto. “Nella storia delle bcc – prosegue Romani – l’autonomia priva di vincoli è talvolta purtroppo sfociata in consociativismi locali, che sono stati alla base di molte situazioni di rischio, costringendo il legislatore a una riforma mirata proprio a evitare che piccole consorterie minaccino la stabilità del sistema cooperativo. Ci aspettiamo quindi che le scelte che si prospettano siano ben ponderate, alla luce delle esperienze passate ma anche del cambiamento di contesto, a salvaguardia delle singole banche e della stabilità e competitività complessiva, delle economie locali e dei lavoratori che già in troppe occasioni hanno dovuto pagare il conto di gestioni prive di equilibrio e di controllo”. “Qualunque sia la via intrapresa – aggiunge Alessandro Spaggiari, responsabile nazionale di Cooperfirst, il settore di First Cisl dedicato al credito cooperativo -, fermo l’auspicio che si possa ancora convergere verso un unico gruppo, vogliamo sperare che si possa quanto meno ricreare un’unità d’intenti, che consenta di affrontare con la necessaria forza la complessa situazione finanziaria del comparto, la riorganizzazione delle strutture associative e di secondo livello e la razionalizzazione del numero delle banche e degli sportelli. Tutte scelte che richiedono mezzi adeguati e convergenza strategica, ancora più necessari per gli investimenti utili a garantire la competitività futura, oggi messa a repentaglio da un contesto che vede più di un centinaio di banche con i non performing loans oltre la soglia di alert, 25 miliardi di npl lordi a fronte di un patrimonio parcellizzato di poco più di 20 miliardi, una redditività pressoché azzerata e un utile complessivo intorno al mezzo milione di euro senza considerare le poste non ripetibili”.

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