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Lavoro. Petteni: “Calo Cig importante dovuto anche alle modifiche del Jobs Act. Attendiamo risposte da ministro Poletti per aggiustamenti alla normativa”

Pubblicato il 23 Mar, 2017

Roma, 23 marzo 2017. “In febbraio si registra un ulteriore significativo calo delle ore autorizzate di cassa integrazione, che si riducono del 41% rispetto a febbraio dello scorso anno. Nell’ultimo anno la graduale e continua riduzione della cassa integrazione è un fatto innegabile, anche se il dato congiunturale vede un aumento del 15% rispetto a gennaio 2017, in controtendenza rispetto alle variazioni congiunturali dei dati precedenti. Tuttavia lo stesso Inps invita alla prudenza nel confronto tendenziale perché i dati non sono agevolmente confrontabili in quanto risentono delle modifiche sostanziali e procedurali introdotte dalla riforma del Jobs Act”. Lo dichiara in una nota il Segretario Confederale della Cisl, Gigi Petteni, commentando i dati dell’ Osservatorio Inps sulla cassa integrazione. “Una parte della riduzione infatti- continua Petteni- potrebbe essere ragionevolmente dovuta alla riduzione delle durate massime o al restringimento delle causali. Da sottolineare anche i blocchi amministrativi, i ritardi ed un’applicazione restrittiva dei criteri di concessione da parte delle sedi Inps, spesso non giustificata. Temiamo anche che possa influire sulla minore richiesta di Cig il maggiore costo per le aziende, a fronte dei minori costi dei licenziamenti entrati in vigore dal 1 gennaio, con la fine del regime della mobilità. Ed effettivamente si può leggere nell’ultimo anno una tendenza, benchè con numeri altalenanti, all’aumento delle domande di disoccupazione. Da segnalare infine che mancano i dati del Fis, il Fondo che dovrebbe erogare benefici equivalenti alla Cassa Integrazione ai settori da questa esclusi, e che fino a pochi mesi fa utilizzavano la Cassa integrazione in deroga, istituto oggi in via di chiusura”. “Su tutte queste problematiche- conclude Petteni- ci stiamo confrontando al tavolo che il ministro Poletti ha aperto con Cgil, Cisl e Uil e ci aspettiamo risposte per poter introdurre alcuni aggiustamenti , dopo il primo anno di funzionamento pieno, alla riforma degli ammortizzatori sociali contenuta nel Jobs Act”.

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