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Siderurgia. Bentivogli (Fim Cisl): “Piombino torni a colare acciaio”

Pubblicato il 24 Mar, 2017

Roma, 24 marzo 2017. Sciopero e manifestazione oggi a Piombino dei oltre 1000 lavoratori dell’ex-Lucchini, ormai da due anni in attesa dell’attuazione dell’accordo di programma sottoscritto il 30 giugno del 2015 per il rilancio del sito industriale. Alla testa del corteo che ha attraversato la città insieme ai segretari generali di Fiom e Uilm, anche il segretario generale della Fim Cisl Marco Bentivogli, che ha concluso la manifestazione con il suo intervento in piazza Verdi. “Stiamo assistendo oramai da due anni – ha detto Bentivogli – a continui rinvii e ritardi da parte dell’imprenditore algerino Issad Rebrab, per la realizzazione del piano industriale di Piombino. Questa situazione provoca particolare preoccupazione tra i lavoratori, le loro famiglie e il territorio, alimentando un clima di sfiducia ed incertezza non è più tollerabile. Come se non bastasse, prosegue Bentivogli, oggi lo stabilimento è praticamente fermo perché anche il treno rotaie è bloccato per mancanza di materie prime. La produzione presumibilmente riprenderà i primi giorni del mese di aprile, mentre per gli altri treni di laminazione: Tmp e treno vergella, che sono fermi ormai da molti mesi, non c’è alcuna prospettiva di ripartenza nell’immediato. E’ evidente, che in questo modo non si garantisce la continuità produttiva dell’azienda indispensabile per il mantenimento dei contratti di solidarietà. E inoltre – ha proseguito il segretario generale delle tute blu della Cisl — non sono partiti i progetti per lo smantellamento delle aree che avrebbero dato lavoro anche alle aziende dell’indotto, oramai al collasso e che rischiano di rimanere fuori dal circuito lavorativo. Niente di positivo, neppure sul fronte della Logistica e dell’ Agroindustriale che sono gli altri due pilastri del Piano industriale Piombino, oltre a quello sulla siderurgia, capaci di garantire un futuro sviluppo occupazionale anche su altri settori insieme a quello siderurgico. Stando così le cose – ha proseguito ancora – è determinante il ruolo del Governo che deve essere garante degli impegni presi firmando l’accordo di programma e l’atto di cessione a Cevital. La prossima riunione al Ministero dello Sviluppo Economico prevista per il 27 marzo, dovrà essere risolutiva per capire se Cevital è un interlocutore affidabile o se il governo deve trovare una soluzione alternativa che garantisca, sostenibilità finanziaria e il rilancio industriale di Piombino e con esso la piena occupazione. Per questo la manifestazione e lo sciopero – ha poi concluso – rivestono particolare importanza per il rilancio della vertenza e il rispetto degli accordi presi. Le nostre iniziative termineranno solo quando avremo la garanzia e la certezza che il secondo polo siderurgico del nostro Paese tornerà a produrre acciaio”.

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