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Primo Maggio. Una delegazione della Fai Cisl a Portella della GInestra per ricordare chi si oppose allo sfruttamento

Pubblicato il 29 Apr, 2017

“Per onorare la memoria di Portella della Ginestra il Governo ha una grande occasione: dare piena attuazione alla legge contro il caporalato. Noi della Fai saremo lì, e in tanti, per riportare all’oggi la lotta e il sacrificio di contadine e contadini, donne e uomini, ragazze e ragazzi, che settant’anni fa si ribellarono al sopruso dei proprietari terrieri, allo sfruttamento del lavoro sui campi, alla violenza della mafia. E lo fecero pagando, con la vita, il prezzo più alto”.

Così Luigi Sbarra, segretario generale della Fai, annunciando la partecipazione di un’ampia delegazione della Federazione agroalimentare-ambientale della Cisl a29
“Tanti i traguardi da allora – aggiunge il sindacalista -, tanti i diritti conquistati dai lavoratori attraverso la mobilitazione sindacale. Tuttavia la guardia resta alta, e l’impegno del mondo del lavoro, della Cisl e della Fai sicuramente, non fa un passo indietro. Restiamo vigili e reattivi sul terreno della piena affermazione delle tutele, del rispetto e dell’applicazione dei contratti di lavoro in agricoltura, del contrasto ad ogni forma di sfruttamento. Un’iniziativa forte, quotidiana, che si declina ad ogni livello, e che ha portato alla mèta della Legge 199 contro il caporalato: vittoria fondamentale, ottenuta grazie ad una progressiva e forte mobilitazione culminata con la manifestazione di un anno fa a Bari, che ha visto più di 15 mila braccianti sfilare per difendere diritti e condizioni di vita”.
La nuova legge “può davvero rappresentare uno spartiacque della battaglia contro aguzzini, caporali e intermediari che lucrano sulla pelle di centinaia di migliaia di lavoratori agricoli italiani e stranieri. Per questo la Festa dei Lavoratori è per noi anche un’occasione in più per chiedere al Governo di percorrere l’ultimo miglio di questo cammino, attuando subito e definitivamente le leve sociali contenute nel provvedimento. Non c’è altro tempo da perdere se si vuole impedire a pericolose e ingiustificate pressioni da parte di lobby di rallentare la piena e doverosa applicazione di una legge di civiltà. Ricordare i martiri di Portella vuol dire esserci e marciare insieme, ma anche assumere comportamenti coerenti”, conclude Sbarra.

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