Roma, 14 settembre 2017 – Le discutibili prese di posizione dell’ad del gruppo Fs cominciano a diventare fastidiose e stanno determinando un forte nervosismo tra i lavoratori””. Con queste parole Antonio Piras, segretario generale della Fit-Cisl, commenta le ultime dichiarazioni di Renato Mazzoncini a valle delle dimissioni della di Barbara Morgante che, a quanto si apprende dalla stampa, si sarebbero verificate sulla base di divergenze tra l’ad di Fs e quella di Trenitalia, che ha una lunga esperienza in materie di strategia, pianificazione e sviluppo del gruppo. “La Fit-Cisl non è contraria a prescindere, – spiega Piras – perché quando si è trattato di dare prospettive al trasporto merci abbiamo visto con favore la costituzione di una società ad hoc, cioè Mercitalia. Lo stesso non possiamo dire dello smembramento di Trenitalia, che farebbe tornare le Fs ai tempi in cui erano un carrozzone”.
“Visto che Mazzoncini non ci sente – aggiunge il Segretario generale – nei prossimi giorni faremo valere le ragioni di oltre 60mila ferrovieri nei confronti di tutti gli stakeholder, non escludendo anche iniziative di lotta sindacale.
Quanto alla notizia del cambio al vertice di Trenitalia, rimaniamo fortemente perplessi. Perché un un cambiamento a metà mandato quando l’azienda si sta mostrando in grado di soddisfare le esigenze sia dei pendolari che degli utenti delle frecce?
Ci saremmo aspettati e ci aspettiamo interventi del gruppo Fs finalizzati all’ammodernamento di quella rete di circa 17mila km che vede ancora un’Italia di serie A, nella quale si va da Roma a Milano percorrendo 625 km in poco meno di 3 ore, e una di serie B, in cui i 650 km che separano Bari e Bologna si percorrono nel doppio del tempo.
Altrettanto perplessi ci lasciano le intenzioni dell’AD del gruppo Fs di sostituire entro il 2021 una serie di treni notte con centinaia di bus: Mazzoncini ci dovrebbe spiegare come si concilia questa strategia con la direttiva dell’Unione europea sulla decarbonizzazione”.