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‪‪Lavoro. Furlan: “Si puo’ rinunciare allo shopping il giorno di Natale, senza per questo questo danneggiare l’economia o il turismo”

Pubblicato il 19 Dic, 2017

19 dicembre 2017  – “Garantire ai cittadini i servizi pubblici essenziali anche nelle giornate di festa non ha lo stesso valore di consentire di trascorrere, quasi fosse un “diritto”, anche il giorno di Natale o di Santo Stefano all’interno di un centro commerciale. Penso che si possa fare a meno di una giornata di shopping anche come segno di rispetto per gli altri, senza per questo danneggiare l’economia o il turismo”. Così la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan in una lettera aperta al quotidiano Repubblica. “La liberalizzazione selvaggia degli orari di apertura degli esercizi commerciali  – tiene a precisare la leader della Cisl – non ha sortito l’effetto sperato, né sugli aumenti di fatturato delle imprese, né sull’aumento dei posti di lavoro. Non è questa la strada per fare crescere i consumi, se non si agisce contestualmente sul piano dell’incremento del reddito per i lavoratori ed i pensionati”.

Furlan ritiene importante che alcune forze politiche abbiano compreso il senso della battaglia della Cisl contro la “deregulation” nelle aperture dei negozi e dei centri commerciali nelle giornate di festa. “Anche quest’anno ci saranno tante iniziative di protesta a livello territoriale della nostra categoria, la Fisascat Cisl, insieme agli altri sindacati contro chi, senza alcun confronto, terrà le serrande aperte anche il 25, ‪il 26 dicembre‬ e a Capodanno. Tuttavia- aggiunge la sindacalista- non servono nuove norme che fissino dall’alto, in maniera quasi dirigistica, le giornate di apertura e di chiusura degli esercizi commerciali. Se il Parlamento vuole giustamente correggere l’eccessiva “deregulation” della legge Monti e dei decreti Bersani, deve riaffidare questa competenza alla contrattazione decentrata tra comuni, aziende e sindacati in modo da garantire la giusta flessibilità negli orari, una maggiore retribuzione per i lavoratori e, soprattutto, la volontarietà della prestazione domenicale e festiva. In molte realtà aziendali tutto questo si continua a fare con accordi sindacali che tutelano i diritti fondamentali come il rispetto della maternita’ o la cura dei figli. Ma in altre prevale la logica del muro contro muro”. La Furlan sottolinea che “ con l’Associazione nazionale dei Comuni, il sindacato aveva iniziato un percorso proficuo di dialogo istituzionale su questi temi. Bisogna ripartire da li’. Garantire ai cittadini i servizi pubblici essenziali anche nelle giornate di festa non ha lo stesso valore di consentire di trascorrere, quasi fosse un “diritto”, anche il giorno di Natale o di Santo Stefano all’interno di un centro commerciale. Penso che si possa fare a meno di una giornata di shopping anche come segno di rispetto per gli altri, senza per questo danneggiare l’economia o il turismo”, conclude la Furlan.

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