Roma, 18 giugno 2018. La sanità integrativa riveste un ruolo sempre più importante nel nostro Paese, viste le carenze e le difficoltà del sistema sanitario nazionale. Ne è convinto il Presidente dell’Adiconsum, Carlo De Masi, che lo ha dichiarato in un intervento al Welfare Day del 6 giugno scorso. “In questo contesto, rappresento i cittadini-consumatori, -ha ribadito De Masi- cioè quelli che pagano, non solo sul piano economico, ma anche sul versante sociale, e a volte personale (causa malasanità). La riduzione della spesa pubblica nel settore sanitario, soprattutto in riferimento a determinate prestazioni mediche a carattere specialistico, è causa di disfunzioni nel sistema e di disagi inaccettabili per i cittadini. In un simile contesto, il numero di cittadini che ricorrono a forme di sanità integrativa è in continua crescita: sempre più persone, infatti, si rivolgono verso forme di tutela sanitaria integrativa, attratti dalla celerità del rimborso relativo alla prestazione e dei tempi della prenotazione, permettendo di superare così, in quest’ultimo caso, l’annoso problema delle lunghe attese che, spesso, si trovano a dover fronteggiare nelle strutture pubbliche, diversità di trattamento per aree geografiche, ecc.. Le prestazioni sanitarie integrative sono in aumento, innanzitutto come strumento di welfare aziendale, dimostrando che, nel mondo imprenditoriale, si dà sempre più risalto al valore della salute dei lavoratori”. Adiconsum nel suo ruolo istituzionale di Associazione a tutela dei cittadini consumatori intende: promuovere forme di assistenza sanitaria integrative a beneficio di tutti i cittadini, in grado da un lato di decongestionare quanto più possibile il sistema sanitario nazionale e dall’altro di garantire uno standard qualitativo delle prestazioni migliore per tutti. Per poterlo fare, questa tipologia di assistenza sanitaria deve essere accompagnata e coordinata ad un’adeguata complementarietà delle strutture del servizio pubblico sanitario, un sistema duale che viaggia in parallelo. La recente crisi economica, che tuttora ci troviamo ad affrontare, ha aumentato il divario tra le classi più ricche della popolazione e le fasce più deboli e, quindi, c’è più bisogno di equità sociale, a partire dalla tutela della salute. Tuttavia, lo sviluppo della sanità integrativa può comportare, come indiretto beneficio, un miglioramento delle prestazioni sanitarie del settore pubblico, sgravandolo di una parte della richiesta di assistenza, di contro non deve condurre verso un sistema che si sostituisce a quello pubblico. In siffatta ipotesi, infatti, crescerebbero ancora di più le disuguaglianze tra chi può permettersi trattamenti sanitari privati e coloro che, non avendo le risorse economiche necessarie, devono ricorrere ad un SSN traballante, inefficiente e con organici spesso inadeguati a sopperire alle reali esigenze. Tali disuguaglianze sono inaccettabili, vista la tutela costituzionale riconosciuta al diritto alla salute; tutelare i cittadini consumatori sul piano pratico e operativo, da abusi e pratiche commerciali scorrette e da strutture a volte inadeguate, da parte di operatori privati senza scrupoli. Sovente, al momento della stipula di un contratto assicurativo di copertura sanitaria, il cittadino va incontro ad atteggiamenti poco corretti dei venditori. La modulistica contrattuale e le informative, non solo risultano di difficile comprensione per il cittadino medio, ma, nei casi più gravi, possono contenere clausole fuorvianti o vessatorie a danno del consumatore, oltre che dover subire interventi e prestazioni in ambienti non idonei; sul piano sociale, Adiconsum intende proporre iniziative che possano, far conoscere le forme di sanità integrativa, per estenderle, attraverso azioni di solidarietà e di sostegno, anche a coloro che non possono permettersi una tale spesa sanitaria. Il successo della sanità integrativa privata potrà dispiegare al meglio i suoi effetti sociali, solo se sarà in grado di poter diffondere, parte dei benefici, anche alle fasce più deboli della popolazione. In tal modo, il guadagno generale per la salute della collettività può senz’altro riflettersi, anche in via indiretta, sul sistema sanitario nazionale. Coloro che possono rivolgersi al privato rappresentano, infatti, una voce di spesa in meno per la sanità pubblica che, in tal modo, potrà sopperire meglio alle necessità di chi realmente non può permettersi cure mediche di qualità. Spesso le fasce più deboli della popolazione rinunciano alle cure sanitarie, o ricorrono a soluzioni low cost, affidandosi a professionisti di dubbie capacità o al turismo sanitario con risultati disastrosi sulla salute personale.
In conclusione, può dunque affermarsi che la sanità integrativa rappresenta un’occasione di miglioramento complessivo delle prestazioni sanitarie del nostro Paese. Tuttavia, deve essere sempre accentuato il carattere integrativo, e non sostitutivo, di tali forme di assistenza sanitaria. In un simile scenario il nostro sistema sanitario (pubblico e privato) potrebbe di certo fare un grandissimo passo avanti, nel pieno rispetto del diritto alla salute, costituzionalmente tutelato, assicurando un impatto sociale con saldo positivo”.