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Manovra. Furlan a Rainews: “Nel Def ci sono molte cose da migliorare e il confronto con le parti sociali può essere uno strumento utile per tutti”

Pubblicato il 11 Ott, 2018

Roma, 11 ottobre 2018. “Certo che mi preoccupano gli allarmi sul Def lanciati da Fitch, Fondo monetario internazionale, Banca d’Italia e Corte dei Conti. Il rialzo dello spread lo pagano gli italiani. Non è una cosa lontano da noi, lo risentiamo nelle pensioni, sugli stipendi, nei mutui per le case che con molti sacrifici i cittadini e le cittadine vogliono acquistare”. Risponde così in un’intervista a Rai News la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, sottolineando che si tratta di tema importante e complesso, “bisogna rilanciare sulla crescita e dimostrare ai mercati e all’Europa che il paese può crescere, bisogna investire sul futuro e su quello tarare la nuova legge di bilancio”. Secondo Furlan, quello che serve sono “più investimenti in infrastrutture, conoscenza, innovazione e ricerca, cioè nelle vere leve di crescita. Dobbiamo essere competitivi come sistema paese, la competitività deve essere rilanciata, il tema riguarda l’insieme del nostro sistema non solo imprese e lavoratori”.

“Ad oggi –precisa Furlan- il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, non ha ancora ritenuto di doversi confrontare con le parti sociali. Sbaglia profondamente perché attraverso il dialogo si può costruire una legge di bilancio che serva di più al paese, che dia davvero lavoro ai nostri giovani”. Per questo motivo –sottolinea- “unitariamente stiamo costruendo una proposta da portare al governo che discuteremo nei posti di lavoro. Il sindacato italiano rappresenta milioni di lavoratori e pensionati e abbiamo la volontà di partecipare attivamente per costruire una finanziaria migliore che guardi alla crescita con equità. “Nella prossima legge di bilancio –ribadisce la leader della Cisl- dobbiamo puntare a rafforzare alcune parti, soprattutto della P.a. e nel Def non ci sono numeri neanche minimi che si rivolgono a questo obiettivo, quando invece abbiamo bisogno di assunzioni, ammodernamento, digitalizzazione e formazione dei lavoratori pubblici”.
Il fatto che nel documento di economia e finanza “non si faccia riferimento alle risorse per il rinnovo dei contratti pubblici è inaccettabile”. Ha proseguito Furlan aggiungendo che nel Def “non c’è traccia di investimenti in innovazione, ricerca e scuola. Su quest’ultima poi, non solo non si fa rifermento alle risorse per il contratto, ma si dimezzano quelle per l’alternanza scuola-lavoro che è uno strumento straordinario per avvicinare studenti a imprese e territorio”. Per la Segretaria generale della Cisl “ci sono molte cose da dover migliorare e il confronto può essere uno strumento utile per tutti“.

E alla domanda sulle pensioni per Furlan “quota 100 è una buona base di confronto ma restano aperte due questioni davvero fondamentali: quella delle donne che – soprattutto al Sud, ma non solo – possono arrivare a 38 anni di contributi e il tema dei giovani e di come costruire una pensione di garanzia per i loro che, schiacciati tra il metodo totalmente contributivo e la crescita dell’aspettativa di vita, hanno un futuro molto incerto da anziani”. Sulle pensioni – ha proseguito Furlan – “sento dire tante cifre diverse anche dalla stessa Inps, ma abbiamo comunque bisogno di rivedere la legge Fornero. Sicuramente avere più possibilità per i lavoratori e le lavoratrici di determinare con la loro volontà e a seconda della loro situazione un’uscita anticipata rispetto ai dati di oggi, è una cosa positiva”

Quanto al reddito di cittadinanza per Furlan rimane ancora un meccanismo di assegnazione molto fumoso. “La povertà è un tema vero, che riguarda milioni di cittadini e cittadine e che ci sia un provvedimento per togliere le famiglie da questo stato lo ritengo importante. Il Rei era nato da una proposta che come Alleanza contro la povertà tutti insieme avevamo fatto al precedente governo, ha avuto risultati positivi anche se già allora avevamo rilevato che le risorse erano insufficienti”.

E conclude commentando l’ipotesi di pace fiscale che per Furlan “si tratta pur sempre di un condono. E’ evidente ed è un problema. Nel paese non c’è davvero un senso educativo che garantisca che chi fa il furbo e non paga tasse dopo qualche anno non sia anche premiato. Abbiamo un mare di evasione fiscale e contributiva da recuperare e il fatto che ci sia così poca attenzione nel Def al tema di come combattere l’evasione la dice lunga. Se da una parte c’è una pace fiscale molto simile ai condoni e dall’altra manca un impegno forte alla lotta all’evasione, non ci siamo, queste cose vanno corrette”.

 

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