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Tav. Cuccello: “Sconcertati davanti ad approssimazione analisi costi- benefici”

Pubblicato il 11 Gen, 2019

11 gennaio 2019 – – “Come Cisl rimaniamo letteralmente sconcertati davanti all’ approssimazione con cui è gestita la delicata questione della Tav. E’ stucchevole questo continuo rimpallo di responsabilità, anche perché a noi risulta che l’analisi era già stata fatta”. Lo dichiara in una nota il Segretario confederale della Cisl, Andrea Cuccello. “Nella gestione del rapporto analisi costi-benefici, infatti- continua Cuccello- non vediamo chiarezza rispetto ad un’opera che la Cisl considera strategica per lo sviluppo del Paese con indubbie ricadute occupazionali che il settore dell’ edilizia ormai da tempo richiede. E’ in gioco anche la credibilità internazionale del nostro paese, con gli inevitabili costi economici che comporterebbe lo stop a questa importante opera infrastrutturale, oltre che la capacità di attrarre investimenti produttivi utili all’occupazione ed allo sviluppo. Da non dimenticare poi l’importanza di trasferire il trasporto merci dalla gomma al ferro e le opportunità per lo sviluppo delle attività della logistica del porto di Genova e degli interporti della pianura Padana. Se i lavori si fermassero, poi, dovremmo pagare all’ Unione Europea penali pesanti e dovremmo valutare i costi del ripristino del territorio per le opere propedeutiche già realizzate. Ecco perché riteniamo che il Governo, per mettere davvero al centro della sua azione la crescita economica e sociale del Paese, debba puntare concretamente sulla creazione di nuovi posti di lavoro e che la Tav, sotto questo punto di vista, possa essere di sicuro un grande volano per la ripresa e lo sviluppo. Ricordiamo, infatti, che l’asse è fondamentale per il collegamento che va da Kiev a Lisbona e che è miope e fuori dalla storia non capire l’importanza strategica che il proseguimento dell’ opera ha per l’Italia e nello specifico per l’economia dell’ intero sistema e non solo per quel singolo, specifico, quadrante”.

“Ricordiamo al Ministro Toninelli- conclude Cuccello- i drammatici dati del settore edile che negli ultimi 10 anni ha perso oltre 600mila posti di lavoro, visto la chiusura di 120 mila imprese con quasi 4 punti di Pil in meno. Buona parte di questi lavoratori potrebbero avere la possibilità di trovare un impiego certo proprio all’ interno della stessa Torino-Lione”.

 

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