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Lavoro. Sbarra: “Per uscire dal conflitto tra qualità e quantità del lavoro servono misure per la crescita economica”

Pubblicato il 1 Mar, 2019
Roma, 1 marzo 2019 – “A gennaio 2019 gli occupati continuano a mostrare nel complesso una crescita molto lieve,  come risultato di un aumento consistente dei dipendenti a tempo indeterminato e di un calo dei dipendenti a termine e degli indipendenti. Ma il dato complessivo fa anche media tra una crescita degli uomini ed un calo tra le donne”. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale Aggiunto della Cisl, Luigi Sbarra. “Si conferma quanto emerso anche dai dati Inps: il decreto dignità potrebbe aver assecondato o accelerato uno spostamento da contratti a termine e di somministrazione a contratti a tempo indeterminato che era già in corso da inizio 2018,  grazie alla ripresa economica ed agli incentivi. Ma contemporaneamente le maggiori limitazioni sui contratti a termine sembrano avere assecondato, dalla seconda metà del 2018,  la minore propensione ad assumere causata dal rallentamento dell’economia. 
Qualità e quantità del lavoro appaiono ancora una volta, purtroppo, in conflitto, ma entrambe dipendono dall’andamento dell’economia e non solo dalla legislazione. Chiediamo quindi al Governo, da una parte, di modificare il decreto dignità dando ruolo alla contrattazione aziendale nell’ individuazione delle causali, in modo da garantire flessibilià senza rinunciare a contrastare gli abusi, dall’ altra, di dare priorità agli investimenti su infrastrutture materiali e sociali, politiche industriali, Mezzogiorno, per agganciare la qualità del lavoro alla competitività, le tutele allo sviluppo. Quanto al peggioramento della situazione occupazionale femminile , forse collegabile al calo dei contratti a termine nei quali sono da sempre più coinvolte, oppure  legato all’aumento dell’inattività per le donne in una fase nuovamente recessiva, si tratta certamente di un segnale di allarme.  Si deve investire di più sia nella  flessibilità dell’organizzazione e degli orari di lavoro, a partire dal  rifinanziamento del Fondo per la contrattazione aziendale della conciliazione vita-lavoro, sia in un sistema moderno di servizi per la famiglia ed anche nella promozione di misure per la condivisione delle responsabilità genitoriali e di cura tra lavoratori e lavoratrici”.
 

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