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Sindacato. Furlan: “Patto di Roma contribuì a consolidare democrazia e garantire apporto lavoratori a ricostruzione paese”

Pubblicato il 3 Giu, 2019
3 giugno- “La firma del «Patto di Roma», settantacinque anni fa, in cui venivano fissati alcuni principi di riferimento per la costituzione di una organizzazione sindacale unitaria, fu una scelta indispensabile per riprendere tempestivamente il percorso del sindacalismo libero e democratico ancor prima della fine della dittatura mentre metà della penisola era ancora occupata dai tedeschi”. Lo sottolinea la Segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ricordando la firma del “patto di Roma” firmato il 3 giugno 1944.
“Fu un processo di grande rilievo storico per i lavoratori e per contribuire al consolidamento della democrazia repubblicana, assicurare la difesa degli interessi economici e morali dei lavoratori e garantire il loro apporto alla ricostruzione del paese. Ben presto emersero i limiti di un compromesso che non scioglieva due nodi che incombono ancora sui processi politici ed organizzativi: la questione dell’autonomia del sindacato e la necessità di tener conto che le esigenze dei lavoratori nascono e possono essere intercettate in termini di rappresentanza, operando dal basso, in diretto contatto con i loro bisogni di tutela. Ecco perché, allora come oggi, la questione dell’unità dei lavoratori costituisce un obiettivo strategico per la Cisl e per chiunque rifiuti la prospettiva di un sindacalismo corporativo e poco rappresentativo che non ha consapevolezza dell’articolata complessità del mondo del lavoro e che non sa praticare la rappresentanza in ragione degli interessi generali del Paese e del bene comune. Occorre per questo rilanciare una confederalità nuova, generata dal basso, costruita su esperienze condivise, nel territorio e nei luoghi di lavoro, su specifiche questioni da affrontare e risolvere concretamente. Una confederalità generata dalla necessità di dare tutele e sicurezze ai lavoratori e di generare nuova fiducia nel ruolo dei corpi intermedi, del loro indispensabile apporto al Paese, all’Europa,alla tutela del lavoro nel mondo globalizzato”. 
 

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